Una triste notizia ha sconvolto l'Italia: "Gloria", nome di fantasia, una paziente oncologica veneta di 78 anni, è morta ieri alle 10.25, diventando la seconda persona nel Paese a scegliere di porre fine alle proprie sofferenze tramite l'aiuto alla morte volontaria. Questa possibilità resa legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani.

La notizia divulgata dall'Associazione Luca Coscioni, che ha anche rivelato che "Gloria" è stata la prima persona in Italia a ottenere la consegna del farmaco e del necessario supporto da parte dell'azienda sanitaria locale.

La procedura di suicidio medicalmente assistito

E' avvenuta nella sua abitazione, dove "Gloria" si è auto somministrata il farmaco letale utilizzando la strumentazione fornita dall'azienda sanitaria. Il dottor Mario Riccio, consigliere Generale dell'Associazione Luca Coscioni, ha supervisionato il processo, ricordando di aver assistito in passato altre persone, come Piergiorgio Welby e Federico Carboni, nella stessa scelta di fine vita.

La notizia ha suscitato un profondo cordoglio nell'opinione pubblica e ha aperto un dibattito sulla questione del suicidio assistito in Italia. L'Associazione Luca Coscioni ha sottolineato l'importanza di rispettare la volontà delle persone che scelgono di procedere con questa opzione legale, pur mantenendo un approccio etico e umano nel sistema sanitario.

"Gloria"

Ha potuto vivere gli ultimi momenti circondata dalla sua amata famiglia, grazie alla correttezza e all'umanità del sistema sanitario veneto e delle istituzioni regionali presiedute da Luca Zaia, che hanno risparmiato alla donna una fine che non avrebbe voluto. È il secondo caso documentato di suicidio assistito in Veneto, seguito al precedente di Stefano Gheller, affetto da distrofia muscolare.

La vicenda ha riacceso il dibattito sul diritto di autodeterminazione in materia di fine vita e ha messo in evidenza l'importanza di affrontare con sensibilità e rispetto le questioni legate alla scelta di interrompere le proprie sofferenze in casi estremi come quelli di "Gloria".

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