ambulanza in pronto soccorso
Nonostante i soccorsi la donna non ce l'ha fatta

Nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, una tragedia ha scosso la periferia di Latina. Una donna di 30 anni, di origine nigeriana, è stata brutalmente attaccata e uccisa da un branco di cani randagi in strada Piccarello, una zona alla periferia della città.

Secondo le prime ricostruzioni, la donna si trovava nel giardino di una casa abbandonata quando è stata circondata dagli animali. Le urla disperate della giovane hanno attirato l’attenzione dei residenti, che hanno immediatamente allertato le autorità.

L’intervento delle forze dell’ordine e il tragico epilogo

All’arrivo della polizia, la situazione era già drammatica. Gli agenti hanno cercato di disperdere i cani per soccorrere la donna, arrivando a esplodere un colpo di arma da fuoco per allontanare gli animali. La trentenne è stata rapidamente trasportata in ambulanza all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

Nonostante i tentativi dei medici, le gravissime ferite riportate durante l’attacco si sono rivelate fatali: la giovane è morta poche ore dopo il ricovero.

La problematica dei cani randagi

Questo tragico episodio riaccende il dibattito sulla presenza di cani randagi nelle aree periferiche e rurali. La gestione di questi animali rappresenta una questione di sicurezza pubblica, soprattutto in contesti di degrado urbano come quello in cui si è verificato l’attacco.

La situazione è resa ancora più grave dalla difficoltà di prevenire simili episodi, soprattutto in zone poco sorvegliate o abbandonate. La tragedia di Latina richiama l’urgenza di politiche più efficaci per il controllo e la gestione dei cani randagi.

Un precedente allarmante: l’aggressione a Focene

La tragedia di Latina non è un caso isolato. Solo pochi giorni prima, il 10 gennaio, una ragazza di 25 anni è stata aggredita in strada a Focene, nel Comune di Fiumicino, da due pitbull. La giovane, fortunatamente, è sopravvissuta all’attacco ma ha riportato gravi ferite che richiederanno un intervento chirurgico.

Questi episodi evidenziano la pericolosità di situazioni legate a cani non controllati, sia randagi che di proprietà.

Un monito per il futuro

La tragica morte della giovane donna nigeriana rappresenta un monito per le istituzioni e la società. È fondamentale che vengano messe in atto misure concrete per prevenire ulteriori tragedie, come programmi di sterilizzazione, cattura e assistenza veterinaria per i cani randagi, insieme a una maggiore sensibilizzazione sul tema della gestione responsabile degli animali.

La sicurezza delle persone e il benessere degli animali devono essere priorità assolute per evitare che tragedie come questa si ripetano.

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