La recente scomparsa di Barbara Balzerani ha suscitato un mix di reazioni contrastanti, riflettendo la complessità del suo ruolo nella storia politica italiana. Nata a Colleferro nel 1949, Balzerani divenne una figura centrale nelle Brigate Rosse, il gruppo armato estremista che segnò un'epoca di tensione e violenza nel panorama italiano degli anni '70 e '80. La sua morte ha riportato all'attenzione pubblica il suo ruolo nella lotta armata e le sue posizioni politiche sempre controverse.

Barbara Balzerani e le Brigate Rosse

Barbara Balzerani entrò nelle Brigate Rosse nel 1975 e divenne presto una figura di spicco all'interno del gruppo. Partecipò a diversi atti di violenza, tra cui l'omicidio di Girolamo Minervini e l'agguato di via Fani, nonché al sequestro del generale della Nato James Lee Dozier nel 1981. Tuttavia, Balzerani non si dissociò mai dalla sua militanza estremista, pur manifestando in seguito alcuni segni di rammarico per gli effetti del terrorismo.

Barbara Balzerani

La controversa eredità di Barbara Balzerani 

La morte di Barbara Balzerani ha riacceso il dibattito su quale eredità lasci alla storia italiana. Da un lato, viene ricordata come una figura coraggiosa che ha lottato per le sue convinzioni politiche, incarnando lo spirito di ribellione di un'intera generazione. Dall'altro, il suo coinvolgimento in atti di violenza e il suo sostegno alle Brigate Rosse alimentano ancora oggi polemiche e divisioni nella società italiana.

L'annuncio della morte su Facebook

Il tributo commosso di Silvia De Bernardinis su Facebook riflette il rapporto intimo e complesso che molti hanno avuto con Barbara Balzerani. L'autrice infatti, attraverso il social, ha informato i suoi follower della scomparsa della donna avvenuta proprio nella giornata di oggi. Nonostante le divergenze politiche e morali, il ricordo di Balzerani come "comunista rivoluzionaria" e "sorella" rimane inciso nella memoria di coloro che hanno condiviso con lei gli ideali e le lotte del passato.

"Ciao Barbara, comunista rivoluzionaria, scrittrice, più semplicemente e soprattutto 'sorella a me', come mi dicevi, come ci dicevamo, una delle tante cose di cui ti sono per sempre grata. Verrà il momento delle parole che ora non escono, troppo forte il dolore. Grazie di tutto, proprio tutto, niente escluso. Della tua passione e del cuore che ci hai sempre messo. Non smetterai di esserci a fianco, di parlarci, in ogni increspatura della storia, in ogni suo improvviso e inaspettato cambiamento di scenario". Queste le parole dell'autrice Silvia De Bernardinis. 

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