matteo renzi

Matteo Renzi non risparmia nessuno nelle sue critiche, ma due figure in particolare sono al centro del suo attacco: Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen. Il leader di Italia Viva, nella sua E-news di lancio del nuovo libro L’Influencer, riserva parole dure per la presidente del Consiglio, accusandola di aver fallito nel suo ruolo di ponte con Donald Trump.

«Doveva essere il ponte con Trump, ma l’unico ponte che ha alzato è quello levatoio», afferma Renzi, sottintendendo l’isolamento diplomatico dell'Italia nel contesto internazionale. Secondo l’ex premier, Meloni sta cercando di minimizzare le tensioni istituzionali legate ai recenti scandali di spionaggio: «Se venisse fuori tutta la verità su Paragon e sugli accessi abusivi ai dati, il governo rischierebbe di crollare».

Von der Leyen, il Green Deal e il riarmo

Ma le critiche di Renzi non si fermano a Meloni. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, viene definita “un’algida burocrate incapace di avere una visione a lungo termine”, con particolare riferimento al Green Deal, che secondo Renzi non avrebbe una strategia chiara e sostenibile.

L’ex premier critica anche il piano di riarmo da 800 miliardi di euro annunciato dalla Commissione, considerandolo un’operazione propagandistica piuttosto che un progetto concreto: «Bisogna spendere bene i soldi che già ci sono. Per noi degasperiani, la politica di difesa comune non è una corsa a chi la spara più grossa, ma un ragionamento culturale, morale e politico».

L’Europa assente in politica estera

Renzi sottolinea inoltre il fallimento dell’Unione Europea nella gestione della politica estera, facendo un paragone con il ruolo crescente dell’Arabia Saudita nei negoziati sulla guerra in Ucraina: «L’Arabia Saudita fa quello che doveva fare l’Europa: ospita i colloqui di pace. Perché i negoziati si svolgono a Riad e non a Bruxelles?».

Trump, Zelensky e l’alleanza atlantica

Infine, l’ex premier affronta il tema delle tensioni tra Trump e Zelensky. Pur riconoscendo che l’ex presidente americano ha sbagliato ad attaccare il leader ucraino, Renzi invita al pragmatismo: «Zelensky ha ragione, ma ha ancora più bisogno dell’America. Chi dice ‘sconfiggiamo la Russia’ vive in un metaverso parallelo: Kiev dipende dagli Stati Uniti, e l’accordo che le propongono è uno strozzinaggio».

Quanto all’evoluzione della politica estera americana, Renzi avverte: «Gli Stati Uniti di un tempo non ci sono più, ma non dobbiamo rompere il filo dell’alleanza atlantica. Non amo Trump, ma l’America è più grande di Trump».

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