Una tragedia si è consumata e si consuma in molte case di riposo e RSA in Europa. Secondo un recente studio, ospitano in media la metà dei decessi dovuti a Covid-19. È sempre inevitabile? Abbiamo parlato con le famiglie, gli operatori sanitari e le associazioni nei Paesi più colpiti. Ci raccontano quali sono le peggiori, ma anche, le migliori pratiche.
Il Pio Albergo Trivulzio, cronaca di una strage
La Lombardia è la regione in cui il coronavirus ha causato il maggior numero di vittime. Il Pio Albergo Trivulzio è uno dei centri geriatrici più grandi d’ Europa, con un migliaio di ospiti e decine e decine di dipendenti. Oltre 200 anziani sono morti qui dall'inizio della crisi e 300 sono stati i morti tra gennaio ed aprile, rispetto ai 186 decessi medi dello stesso periodo tra il 2015 e il 2019.
La magistratura indaga per "omicidio colposo e epidemia colposa", l'indagine si allarga a diverse RSA lombarde. Pietro La Grassa è un sindacalista che lavora nella farmacia del centro, afferma che si sarebbero potute salvare molte vite se non ci fossero stati ritardi nell’adozione di tutte le misure di sicurezza ma, come già riportato dalla stampa italiana, gli anziani non andavano spaventati: "All'inizio di marzo alcuni dipendenti hanno preso l’iniziativa di mettersi le mascherine e sono stati redarguiti: non dovevano spaventare i pazienti - racconta La Grassa - Poi la regione aveva bisogno di liberare posti letto negli ospedali in previsione di quello che poteva succedere con questo Covid, e ha distribuire i pazienti in alcune strutture rsa. Purtroppo non ci sono stati controlli su queste case di riposo"
Risultato? Più di un quarto dei dipendenti del centro ha contratto il virus. Sono esausti e sgomenti. Nadia Mordini, un'infermiera racconta che a chi è attualmente al lavoro non è "stato fatto uno straccio di tampone e continuano a spostarci da un reparto all'altro come se niente fosse".
L'ecatombe spagnola
Ovunque sono stati fatti errori, lo testimoniano molti operatori nelle case di riposo di tutta Europa. Il racconto di David Perez, dipendente di una casa di riposo spagnola, è agghiacciante: "Ho dovuto mettere i morti nei sacchi. Ho dovuto stenderli. Ho dovuto chiudergli gli occhi. Ho dovuto portarli giù all'obitorio, o nel caso in cui l'obitorio fosse pieno, nel parcheggio. Se un'unità di isolamento fosse stata aperta dall'inizio, dove chiunque avesse mostrato i sintomi fosse stato trasferito, e gli altri fossero stati lasciati nella loro stanza, e se tutti gli assistenti avessero avuto le protezioni che non hanno dato prima di due settimane, posso assicurare che la diffusione del virus all'interno della residenza non si sarebbe verificata! "
I famigliari delle vittime vivono nel dolore e nella rabbia. Almudena Ariza ha perso nel giro di pochi giorni entrambi i genitori, ospitati nella stessa casa di riposo. Avevano 86 anni e non avevano diritto ad essere ricoverati in ospedale "A noi sembra che siano stati completamente abbandonati - dice - I nostri anziani vengono letteralmente abbandonati". Fonte: Euronews
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