I presidi salernitani contro De Luca. Non ci stanno i dirigenti scolastici a tenere ancora chiuse le scuole. Nonostante il numero di morti e di contagi aumenti, i dirigenti non sembrano particolarmente preoccupati per i comportamenti poco responsabili che si sono registrati nell’ultima settimana di shopping un po’ “sregolata”.
Anzi, si dicono disponibili a riprendere l’attività scolastica in presenza. "In aula a gennaio – come titola il quotidiano “Il Mattino” – noi siamo pronti".
Il piano regionale
Per la prima tranche delle vaccinazioni che e’ stato presentato al Ministero della Salute con i 27 punti in cui saranno somministrati i vaccini ai sanitari e agli operatori delle Rsa e’ statp al centro di una riunione dell’Unita’ di Crisi della Regione Campania per il covid 19, con la partecipazione del governatore Vincenzo De Luca.
I responsabili delle Asl e degli ospedali
Stanno anche avviando una raccolta delle adesioni degli operatori sanitari che intendono sottoporsi al vaccino. Anche per loro, infatti, la vaccinazione non e’ obbligatoria e quindi, nei prossimi gironi, la Campania avra’ il numero della prima vaccinazione a loro riservata. In totale il numero e’ di circa 160.000 operatori. Un primo quadro di chi accetta il vaccino e’ atteso per venerdi’.
Nella riunione
E’ stato anche toccato il tema dell’affollamento delle vie dello shopping e resta l’attesa della Campania per le decisioni del governo sui giorni di Natale e Capodanno, dalla Regione confermano una linea di assoluto rigore sulla prevenzione covid e su festivita’ senza cenoni.
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha firmato la nuova ordinanza
La numero 97, con la quale ha prorogato le misure già disposte in precedenza per l’area del Campo Rom di Napoli (Circumvallazione Esterna)”.
In particolare, l’area predisposta è stata considerata zona rossa e per tale motivo non è possibile nessun ingresso o uscita da parte degli abitanti.
Scattata la protesta in Campania
Dopo aver appreso la notizia, i 700 abitanti del campo rom non hanno fatto attendere le proteste. Si sono radunati all’esterno dei cancelli della baraccopoli per esprimere il proprio dissenso.
Poche settimane fa all’interno del campo si contavano circa 95 positivi, numero che oggi, dopo i nuovi tamponi, è quasi dimezzato.
Questo “buon risultato” sarebbe alla base della protesta: “Siamo rimasti nelle baracche – dicono – ed abbiamo dimezzato i positivi. Ora non possiamo restare chiusi dentro perché siamo completamente isolati. Vogliamo aiutare chi ha ancora il Covid e per questo siamo disposti ad uscire per portargli da mangiare.
Vogliamo fare anche collette tra di noi nel campo, ma non possiamo restare chiusi dentro. Questa non è più zona rossa e De Luca non ci può trattenere”
Si difendono inoltre dalle accuse che gli sono state mosse secondo cui gli abitanti del campo non stessero rispettando le misure imposte loro: "
Non è vero che siamo usciti – ribadiscono – e non abbiamo neanche tentato di farlo.
Ma adesso non possiamo restare chiusi dentro per un altra settimana. Abbiamo bisogno di uscire per far mangiare i nostri figli e dopo il secondo tampone negativo, possiamo farlo in sicurezza. Non è giusto che ci tengano ancora reclusi dopo che i positivi stanno diminuendo".
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