Omicidio di Chiara Poggi, concessa la semilibertà ad Alberto Stasi
Dopo dieci anni di carcere, il 41enne potrà uscire durante il giorno per lavoro e reinserimento sociale. La madre di Chiara: “Speriamo solo di non incontrarlo mai”

Milano – Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano, permettendo all’uomo condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi – avvenuto nel 2007 a Garlasco – di lasciare il carcere di Bollate per parte della giornata, sia per attività lavorative che per il reinserimento sociale. Dovrà comunque fare rientro in carcere ogni sera.
Il commento dei giudici: “Empatia per la vittima”
Secondo il collegio giudicante, Stasi ha sempre tenuto un comportamento rispettoso del percorso penitenziario, dimostrando “accettazione della condanna” e una certa “sofferenza per la morte di Chiara”, nonostante abbia sempre negato ogni responsabilità nell’omicidio della fidanzata.
I suoi legali si sono detti soddisfatti: “Alberto è molto contento, ma per noi la priorità resta la verità, più della libertà”.
La reazione della famiglia Poggi
La notizia è arrivata ai genitori di Chiara attraverso il telegiornale regionale. La madre della vittima, Rita Preda, ha dichiarato: “Proviamo solo tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai”. Un commento secco, che riflette il dolore mai sopito della famiglia.
La Procura voleva respingere l’istanza
Durante l’udienza di mercoledì scorso, la Procura generale di Milano aveva chiesto il rigetto della richiesta di semilibertà, evidenziando come punto critico il rilascio non autorizzato di un’intervista alla trasmissione Le Iene, durante un permesso premio. Tuttavia, le relazioni carcerarie sono state ritenute “tutte positive”, e il direttore del carcere, Giorgio Leggieri, ha specificato che non c’è stata alcuna infrazione.
I giudici: “Intervista legittima e toni pacati”
Per i giudici della Sorveglianza, l’intervista non richiedeva autorizzazione. “Non esiste alcun divieto di parlare coi giornalisti”, hanno chiarito nella motivazione. Il tono pacato dell’intervento e l’assenza di violazioni regolamentari hanno confermato l’idoneità di Stasi a ottenere la misura alternativa.
Verso l’affidamento in prova?
Stasi, detenuto da oltre dieci anni, potrebbe tra qualche mese fare richiesta anche per l’affidamento in prova ai servizi sociali, riservato a chi ha meno di quattro anni di pena da scontare. In quel caso, potrebbe lasciare definitivamente il carcere, svolgendo attività lavorative o socialmente utili. Con i benefici della liberazione anticipata, il fine pena è previsto tra il 2028 e il 2029.