rider a milano

Capannoni industriali trasformati in cucine dedicate esclusivamente al delivery: questo è il mondo delle dark kitchen, una realtà sempre più diffusa nelle grandi città italiane. Secondo il Corriere della Sera, a Milano ne esistono almeno sei, ciascuna gestita da marchi differenti. Questi centri operano dietro cancelli chiusi, accessibili solo a rider che lavorano per piattaforme come Glovo, Deliveroo, o Just Eat.

«Il cliente che ordina sushi o pizza da un ristorante conosciuto suppone che il cibo venga preparato lì – racconta Daniel Hagos, rider 29enne e studente del Politecnico di Milano – ma in realtà lo andiamo a ritirare in una dark kitchen».

Perché esistono le dark kitchen

Il motivo principale dietro la nascita di queste cucine è l’aumento esponenziale degli ordini online, che spesso superano di gran lunga quelli effettuati nei ristoranti fisici. Questo crea difficoltà per i locali tradizionali, che non riescono a gestire il volume di richieste. Le dark kitchen, quindi, fungono da “ristoranti secondari” dedicati unicamente al delivery, senza che il cliente ne sia a conoscenza.

L’impatto sulle città

Le dark kitchen non trasformano solo il mercato della ristorazione, ma anche il tessuto urbano. «Qui la via è buia, con bidoni e sacchi dell’immondizia tutto intorno – racconta Hagos – chissà se i clienti, sapendo che a preparare i piatti è una cucina invisibile, sarebbero diffidenti?».

Secondo Massimo Bricocoli, docente del Politecnico di Milano e direttore del Dastu (Dipartimento di studi urbani), il fenomeno delle dark kitchen è da monitorare con attenzione. «Le piattaforme di delivery stanno cambiando il modo in cui vengono organizzati gli spazi delle città. Analizzarle è fondamentale per pianificare e progettare il futuro di Milano».

La crescita delle dark kitchen solleva domande importanti, non solo sui modelli di consumo, ma anche su etica e trasparenza. I clienti dovrebbero essere informati sull’origine del loro cibo? L’espansione di queste cucine continuerà a trasformare il settore della ristorazione e i centri urbani, rendendo indispensabile una riflessione più ampia sul loro impatto economico e sociale.

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