ministro roccella

Il dibattito sulla libertà individuale e l'identità di genere si fa sempre più acceso, soprattutto in contesti politici e istituzionali. Recentemente, il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, ha espresso posizioni nette riguardo alla mancata firma dell'Italia, insieme ad altri Paesi europei, della dichiarazione per la promozione delle politiche a favore delle comunità Lgbtiq+. 

Le controverse dichiarazioni della ministra Roccella

"No a forzature gender. Si è maschi o femmine e non è oscurantismo". Lo ha affermato il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella. "Noi siamo per la libertà, ma conserviamo il principio di genitorialità", ha aggiunto.

"L'Italia un paese reazionario? No. E' una posizione liberale. Abbiamo aderito alla dichiarazione contro la transfobia, la bifobia, l'omofobia", ma "troviamo il documento molto sbilanciato verso il cosiddetto gender. Abbiamo un'idea molto chiara: chiunque può scegliere con chi avere rapporti amorosi e sessuali". 

Il documento Ue, ha precisato la Roccella, “contiene due elementi che ci hanno spinto al disaccordo”

Si parla di espressione di genere. Vuol dire come io comunico all'esterno il mio genere auto-percepito. Per esempio: i pronomi. Tu pretendi che gli altri ti considerino e ti chiamino solo secondo la tua volontà, che può anche cambiare nel tempo e magari più volte. Credo che debba valere ancora il cosiddetto binarismo sessuale: ci sono le femmine e ci sono i maschi. Intendiamo conservare l'antropologia in cui siamo sempre stati immersi e su cui si fonda la genitorialità e la continuità del gruppo umano, perché se togli maschi e femmine anche la genitorialità cambia e non ci si puo' meravigliare se i figli non si fanno piu'".

"Si vuole cambiare il paradigma dell'umano"

 "Siamo a favore dell'inclusione di chi decide di cambiare sesso e siamo contro la transfobia. Ma qui si vuole cambiare il paradigma dell'umano. Si cerca di negare non solo la biologia ma di negare anche il corpo, che è basato sulla differenza sessuale tra uomini e donne. Il corpo non va considerato un oggetto che ci portiamo appresso. 

Una persona e' il suo corpo. Quel che si vuole affermare, e non va bene, è che il sesso è quello percepito e che comunque esiste un ventaglio di possibilità che rientrano nella categoria del fluido. Nel documento Ue si parla di 'caratteristiche sessuali' per indicare l'intersessualità. Si vuole cioè affermare che non si tratta di disturbi, ma di varianti possibili".

 

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