Nuovo Dpcm, dal sistema a zone non si recede. E visto che, come ormai pare certo, a Natale l'Italia diventerà un'unica zona gialla: il coprifuoco resta alle 22, bar e ristoranti abbasseranno le saracinesche alle 18, palestre e piscine non riapriranno, no agli spostamenti tra le regioni e chiusura degli impianti sciistici. Esattamente come già avviene nelle regioni gialle. Il governo conferma la linea del rigore nel vertice con le Regioni, i Comuni e le province in vista del prossimo Dpcm, in vigore dal 4 dicembre.
Il confronto tra il governo e capigruppo, tuttavia, è ancora in corso. Da quanto trapelato, il premier Giuseppe Conte avrebbe aperto alla richiesta di una riflessione di alcuni esponenti della maggioranza di prevedere per il Natale che gli spostamenti tra le Regioni possano avvenire non solo per i residenti ma anche per i ricongiungimenti familiari.
Intanto si accende la discussione sul nuovo Dpcm
sempre nella riunione del premier con i capigruppo, sull'ipotesi di chiudere gli hotel a Natale nelle aree dello sci. Lo stesso Conte avrebbe detto che la misura presenta problemi, esprimendo i suoi dubbi.
La bozza del decreto sarà inviata domani, mercoledì 2 dicembre, alle Regioni per un'ultima valutazione. ''Sempre domani ci sarà il passaggio parlamentare'', ha precisato il ministro della Salute Roberto Speranza. E poi il Dpcm sarà ''firmato nella giornata del 3 dicembre per andare in gazzetta e coprire le ordinanze del ministero Salute''.
"Vanno studiati e consentiti i ricongiungimenti tra i familiari - scrive il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, sulla sua pagina Facebook, dopo l'incontro tra le regioni e il governo - e non serve massimalismo nelle scelte, sia in senso 'chiusurista' che 'aperturista'. Servono buon senso ed equilibrio. E' quello che questa mattina abbiamo chiesto al Governo per il prossimo dpcm".
Boccia: "Divieto di mobilità anche per aree gialle"
A quelle già elencate in più si aggiungeranno misure particolari, necessarie perché a Natale ci si ritrova in casa, come il divieto di mobilità fra le regioni - hanno specificato i ministri degli Affari regionali Francesco Boccia e della Salute Roberto Speranza - con eventuali deroghe per gli anziani soli.
"Dopo i sacrifici fatti in queste settimane e guardando anche quelli fatti dagli operatori sanitari, noi proponiamo un divieto di mobilità temporaneo anche per le aree gialle", ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, nel corso di un incontro di Confindustria Servizi Hcfs. "La terza ondata la evitiamo se dicembre diventa il mese nel quale pieghiamo definitivamente e azzeriamo questi dati dei contagi che sono drammatici".
"Bisogna evitare gli spostamenti tra Regioni e mantenere il limite delle 22 per la circolazione. Sono due punti centrali e imprescindibili del modello di sicurezza che stiamo costruendo insieme - ha poi aggiunto il ministro - Difendiamo insieme l'impostazione ed evitiamo deroghe perchè potrebbero minare la tenuta stessa dell'impianto".
"La terza ondata - ha detto ancora Boccia - la evitiamo se dicembre diventa il mese nel quale pieghiamo definitivamente e azzeriamo questi dati dei contagi che sono drammatici".
L'unica eccezione una deroga per i nonni
L'unica eccezione, quindi, potrebbe essere una deroga per i nonni: l'ipotesi allo studio è quella di consentire a un familiare con il suo nucleo più stretto di potersi comunque spostare per trascorrere le festività con il genitore o il nonno solo.
Ue invita ad allungare le vacanze scolastiche
Intanto, l'Ansa riferisce che nella bozza delle linee guida preparate dalla Commissione Ue sulle misure anti-Covid "al fine di ridurre i rischi di trasmissione nel periodo che segue la stagione delle festività, si invita a valutare di allungare le vacanze scolastiche o di ricorrere ad un periodo di apprendimento a distanza, in modo da introdurre un periodo cuscinetto ed evitare la diffusione dei contagi a scuola".
La novità è che le restrizioni dovrebbero valere fino al 15 gennaio. Ma questo dipenderà da quanto saremo in grado di tenere sotto controllo i contagi durante le vacanze di Natale. Serve insomma il tempo per valutare dopo il 6 gennaio la condizione delle Regioni prima di ordinare eventuali allentamenti. Occorre, quindi, "mantenere rigore e prudenza per non vanificare i primi risultati che stiamo vedendo.
Dobbiamo evitare di arrivare a gennaio in una situazione complicata. Per questo nei giorni di festa ci saranno maggiori restrizioni", ha osservato Speranza ricordando che a inizio anno, dopo le feste, partirà il piano.
Governo: no apertura stazioni sciistiche
Sul problema del turismo invernale, il governo resta fermo sul no all'apertura delle stazioni sciistiche e a quella serale di bar e ristoranti chiesta dalle regioni del Nord. Sullo sci serve "un confronto a livello europeo. Il problema non è lo sci ma tutte le aggregazioni e i flussi di persone", ha precisato ancora Speranza.
Coprifuoco alle 22 e ristoranti chiusi la sera
Il coprifuoco resta alle ore 22 anche a Natale e Capodanno: a rischio quindi il cenone della vigilia in modo da evitare tavolate tra parenti e spostamenti vari. I bar e ristoranti chiuderanno alle 18 come avviene ora anche nelle regioni gialle e come dovrebbero diventare tutte le altre entro le festività.
Messe natalizie anticipate
Con il coprifuoco confermato alle 22, potrebbe esserci un anticipo delle messe natalizie, su questo la Conferenza episcopale ha confermato la sua disponibilità.
A tavola tra conviventi
Resta aperto il dibattito sulle "raccomandazioni" sulla cena e pranzo di Natale: privilegiare quella a limitarsi allo stretto nucleo di conviventi o optare per un limite al numero di ospiti. Su numero si sta ragionando, ma potrebbe restare quello attualmente fissato a sei persone.
Negozi aperti fino alle 21
Potrebbe essere spostato alle 21 l'orario di chiusura dei negozi questo per permettere di allungare lo shopping natalizio, con ingressi sempre contigentati per evitare gli assembramenti.
Vacanze sulla neve
Niente vacanze di Natale sulla neve. Il governo è intenzionato a non consentire l'apertura degli impianti sciistici. Neanche ai clienti che passino almeno una notte in hotel o ai proprietari di seconde case. Il ministro Speranza ha ribadito: il problema non sono gli impianti, ma le situazioni di socialità che inevitabilmente verrebbero a crearsi.
I dubbi sulle seconde case
Le seconde case, appunto. I governatori che spingono per consentire i trasferimenti in chalet e ville trovano una sponda anche all'interno del governo dove il premier Conte e una parte del M5S vorrebbero concedere alle famiglie di potersi recare nelle seconde case. Se passerà la linea dura lo si potrà fare solo prima del 19 dicembre, ovviamente da e per regioni gialle che a quella data dovrebbero essere quasi tutte.
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