Emergono dettagli scioccanti sull'aggressione e la morte della giovane 22enne di Vigonovo, Giulia Cecchettin. L'interrogatorio fiume di Filippo Turetta durato 9 ore

Oggi, venerdì 1 dicembre, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin, il cui cadavere è stato ritrovato vicino al Lago di Barcis. Nel frattempo, Filippo Turetta, detenuto in carcere, è stato interrogato per nove ore dal pm. Le rivelazioni emergenti rivelano particolari sconcertanti sulla drammatica vicenda.

Filippo Turetta, 22 anni, si trova in detenzione a Verona con l’accusa di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Il pm di Venezia, Andrea Petroni, gli ha contestato tutte le prove raccolte, incluso l’utilizzo di due coltelli e del nastro adesivo, che presumibilmente Turetta avrebbe utilizzato per immobilizzare la vittima. La prima aggressione è avvenuta nel parcheggio a Vigonovo, a meno di 200 metri da casa di lei. "Ho perso la testa, mi è scattato qualcosa", avrebbe ripetuto Turetta in carcere.

Secondo quanto emerso, la sera della tragedia, Giulia Cecchettin sarebbe stata aggredita in varie fasi, finendo per essere fatalmente ferita nella zona industriale di Fossò, a 6 chilometri dalla sua abitazione. La giovane è stata accertata morta intorno alle 23:40 di sabato 11 novembre, mentre la scomparsa della Fiat Punto di Turetta dalle telecamere dell'area industriale è stata registrata alle 23:50.

Effettuata oggi anche l'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin

L’autopsia ha rivelato che la morte della ragazza è stata causata da una ferita netta sul lato sinistro del collo. Un taglio che ha causato uno shock emorragico che ha reso inevitabile la tragica fine della giovane studentessa. Dettagli sconvolgenti hche anno rafforzato ulteriormente le prove, ormai inequivocabili, contro Filippo Turetta.

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