Maria Campai
Maria Campai

L'autopsia sul corpo di Maria Campai, la donna romena di 42 anni trovata morta a Viadana, Mantova, ha rivelato particolari agghiaccianti sulla sua morte. 

Il giovane accusato di omicidio premeditato è attualmente detenuto, e le prove contro di lui continuano a crescere. L’esame autoptico ha messo in luce l’estrema violenza usata dal ragazzo, smentendo la sua versione dei fatti.

Esito dell'autopsia: violenza e soffocamento

L'esame autoptico sul corpo di Maria Campai è durato oltre quattro ore e ha evidenziato dettagli macabri che confermano la brutalità del crimine. Maria è stata violentemente picchiata e soffocata, una morte che rivela l’incomprensibile crudeltà con cui è stata trattata dal suo aggressore. Il 17enne, attualmente in carcere con l'accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere, aveva inizialmente fornito una versione che l’autopsia ha completamente smentito.

Le ricerche web del giovane e i segnali preoccupanti

Ulteriori prove contro il giovane emergono dalle sue ricerche su internet, dove aveva cercato "come uccidere a mani nude". Inquietanti anche i suoi post sui social media, che mostravano un'inquietante ammirazione per criminali fittizi e reali. Sul suo profilo Instagram, il giorno prima dell’arresto, aveva pubblicato una foto con la didascalia "Brian Moser", un personaggio della serie "Dexter" noto per essere un killer di prostitute. Inoltre, aveva inneggiato a Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, scrivendo: "io sto col bravo ragazzo". Questi dettagli suggeriscono un profilo preoccupante del giovane, che sembrava vivere una vita apparentemente normale ma nascondeva una mentalità disturbata.

La costruzione dell’impianto accusatorio

L'impianto accusatorio contro il 17enne di Viadana appare sempre più solido. Il ragazzo, studente dell'ITIS di Viadana, viveva con la famiglia in una cittadina del Mantovano. Entrambi i genitori sono operai, e nessuno sembrava sospettare l'orrore che si stava consumando. Le indagini hanno però stabilito che il giovane ha agito da solo, senza complici. Gli elementi raccolti dimostrano una chiara premeditazione e una freddezza agghiacciante nel tentativo di occultare il cadavere.

Un’apparenza ingannevole: il comportamento del ragazzo

Nella settimana in cui Maria Campai risultava scomparsa, il giovane ha continuato la sua vita quotidiana con una sorprendente normalità, andando a scuola e frequentando la palestra. Questo comportamento ha mostrato un livello di freddezza impressionante, che è culminato nel suo tentativo di depistare le indagini. Dopo aver ucciso Maria, il ragazzo ha trasportato il corpo nel giardino di una villetta abbandonata vicino al garage della sua famiglia. Il cadavere è stato adagiato sotto un albero e coperto con foglie e rami per nasconderlo.

Il messaggio inviato dal cellulare della vittima

Subito dopo l’omicidio, il giovane ha utilizzato il cellulare di Maria per inviare un falso messaggio alla sorella della vittima, cercando di tranquillizzarla. Nel messaggio, il ragazzo ha scritto che Maria aveva trascorso una serata piacevole e che sarebbe tornata a casa in taxi. Questo tentativo di depistaggio si aggiunge agli altri comportamenti che dimostrano la sua freddezza e premeditazione. Il cellulare della vittima non è stato ancora ritrovato; il ragazzo ha dichiarato di averlo gettato in un cassonetto poco dopo il delitto.

Il caso dell'omicidio di Maria Campai ha sconvolto la comunità di Viadana, con dettagli sempre più inquietanti che emergono dalle indagini. La brutalità del gesto, la freddezza del giovane accusato e i tentativi di depistaggio fanno di questo un caso di estrema gravità. Le indagini proseguono per ricostruire completamente il macabro crimine, ma l’impianto accusatorio contro il ragazzo si rafforza con ogni nuovo dettaglio.

 

 

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