"Basta Dpcm", non se ne può più: "Vogliamo i decreti". La richiesta
Addio Dpcm e addio “decreti Minotauro” (più decreti Covid in un testo unico durante l’esame parlamentare per la conversione in legge). Lo hanno chiesto a gran voce, all’unanimità, le Commissioni Affari costituzionali e il Comitato per la legislazione della Camera. Negli scorsi mesi l’ex premier Giuseppe Conte ha ricevuto più volte degli attacchi dal centrodestra, ma anche da Italia viva e da una parte dei dem, per aver fatto ricorso a questo tipo di provvedimento d’urgenza. Ora che Mario Draghi ha fatto lo stesso, il presidente del Comitato e relatore in Commissione del dl Covid 2, Stefano Ceccanti (Pd), ha voluto dire la sua. “All’inizio dell’emergenza i dpcm contenevano le misure dettagliate di contrasto all’epidemia individuate all’interno del catalogo di misure adottabili previste dai primi decreti-legge. Vista la loro importanza acquisita abbiamo inserito una procedura per la loro parlamentarizzazione.“ E ancora ha detto: “In seguito, però, in modo stabile dal dpcm del 3 novembre 2020 essi definiscono stabilmente il quadro delle misure generali da applicare nelle diverse zone". "La normativa generale può essere inserita in Decreti-legge e le integrazioni puntuali lasciate alle fonti non legislative (ordinanze e altri strumenti flessibili come i protocolli)". L’inglobamento dei precedenti decreti rallenta l’esame del decreto che ingloba a tal punto che esso viene esaminato di fatto solo la una delle due Camere, mentre la seconda in pochi giorni non può che approvarli a scatola chiusa.