Giorgia Meloni è a un bivio: scegliere se adottare la linea dura riformando interamente il reddito di cittadinanza, con l’intento di toglierlo a tutti coloro che possono lavorare, oppure se mantenere la misura introducendo dei correttivi che possano renderla più funzionale. Un appello affinché il reddito di cittadinanza possa essere mantenuto è arrivato di recente da parte dell’Europa, e anche l’ultimo rapporto 2022 della Caritas sulla povertà ha messo in risalto una “situazione preoccupante” che non può prescindere dal riconoscimento di un sostegno al reddito per chi è in difficoltà. Eliminare il reddito di cittadinanza potrebbe comportare un ulteriore peggioramento, ma mantenerlo così com’è oggi non avrebbe comunque senso visto che, nonostante il presidente dell’Inps Pasquale Tridico sostenga il contrario, il reddito di cittadinanza non ha contribuito a creare lavoro, o comunque molto meno rispetto a quanto si sperava inizialmente.

Perché Giorgia Meloni vuole eliminare il reddito di cittadinanza

Giorgia Meloni in campagna elettorale non ha mai fatto mistero della sua intenzione di cancellare il reddito di cittadinanza, togliendolo però solo a quei 920 mila beneficiari che possono lavorare. Nel dettaglio, la leader di Fratelli d’Italia, che si appresta a diventare la prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica, è convinta che destinando le risorse risparmiate all’introduzione di un nuovo incentivo per l’occupazione si potrà creare lavoro, così da risolvere alla base il problema. Si parla di una sorta di superbonus del lavoro, con deduzioni dal 120 al 150% del costo sostenuto per l’assunzione, che andrebbe ad aggiungersi al lungo elenco d’incentivi per l’occupazione già previsti dal nostro ordinamento. Sicuramente si tratterebbe di un incentivo utile a fare in modo che le aziende possano incrementare le assunzioni già nel breve periodo, migliorando i dati sull’occupazione, ma nel frattempo il beneficiario del reddito di cittadinanza resta difficilmente occupabile per mancanza di titoli e competenze. Parallelamente, bisognerebbe incentivare anche i percorsi di formazione, strumento su cui in questi anni abbiamo dimostrato di essere molto indietro. Sicuramente un progetto che da una parte punta a riconoscere alle aziende maggior potere assunzionale e dall’altra a formare coloro che risultano difficilmente occupabili potrebbe davvero portare alla creazione di posti di lavoro, ma bisogna essere onesti e riconoscere che ci vorrebbe molto tempo prima di vedere i primi risultati.

Cosa fare nel frattempo con il reddito di cittadinanza?

Ecco quindi che la Meloni è a un bivio. Cancellare subito il reddito di cittadinanza, fermo restando che in qualità di diritto acquisito continuerebbe a essere riconosciuto fino a scadenza naturale, potrebbe mettere in difficoltà tutte quelle persone che non lavorano non per loro scelta ma perché davvero non riescono a trovare un impiego stabile. Fonte: Money [sv slug="seguici"]
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