VIAREGGIO. Lo hanno trovato lunedì nella sua abitazione la madre, venuta da Certaldo, insieme alla polizia e alla guardia medica. Ma per Cristiano Lumachi, 47 anni, di Viareggio, ormai non c’era più niente da fare. Forse un malore la causa del decesso. Già domenica, giorno del suo compleanno, la famiglia si era insospettita dal non ricevere risposte agli auguri. Lumachi lascia i genitori, la sorella, il cognato e i due nipoti cui era legatissimo. Il funerale si svolgerà venerdì alle 18 nella chiesa di Sant’Andrea a Viareggio. Ancora increduli gli amici di sempre: "Vorremmo far sapere — dicono — a tutti coloro che ancora lo cercano al telefono, che chiedono sue notizie, tutti coloro che gli hanno voluto bene, perché a Cristiano non si poteva che voler bene, che Cristiano non c’è più. E’ una notizia sconvolgente, ma purtroppo è così". Facile capire il motivo di tanto affetto. "Cristiano era un ragazzo simpaticissimo — ricordano gli amici — un comico mancato oseremmo dire, buonissimo, dal cuore davvero molto buono. Non era capace di fare del male, lo adoravano tutti". Nato a Viareggio, all’ospedale Tabarracci, vissuto a Certaldo, luogo di provenienza della famiglia, fino alla conclusione delle superiori, appena maggiorenne si trasferì dai nonni a Viareggio in via San Martino. "Era un piccolo mago del computer — raccontano gli amici, che si definiscono fraterni — Innamoratosi della vita in Versilia, iniziò come bagnino grazie ad amici conosciuti a nove anni che possedevano un piccolo bagno, l’Amedeo, in Passeggiata. Passò per vari stabilimenti e grazie alle doti da Pr e alla passione per l’house music – erano gli anni Novanta – entrò come bagnino al Faruk di Marina di Pietrasanta". Poi agli inizi degli anni 2000 lavorò per una ditta di grafica pubblicitaria di Milano che aveva sede a Viareggio. "Era un gipsy e per lavoro non perdeva occasione di uscire dalla Toscana", sostiene chi gli ha voluto bene. Il suo animo girovago lo portò anche a Latina, a lavorare nelle redazione di un giornale locale. Poi la vita lo aveva riportato a Viareggio. "Lavorò in Passeggiata come commesso in un noto negozio di musica — proseguono gli amici nel racconto — e come ultimo approdo al Game stop in via Battisti. Ma si dilettò come apprendista falegname e pittore di miniature. Allo stesso modo era anche un ottimo portiere di calcio a sette. A volte introverso, a volte troppo solitario, ma Cristiano era adorato da tutti, gli amici, le donne, perché era unico. Dolcissimo, empatico: non poteva che farti innamorare", ricordano gli amici di una vita. Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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