Sabrina Baldini Paleni
Sabrina Baldini Paleni

"Sì, sono stato io, ho ucciso Sabrina". Con questa ammissione, Franco Pettineo, 52 anni, ha confessato agli inquirenti l'omicidio della compagna, Sabrina Baldini Paleni, 56 anni, operatrice sanitaria in una Rsa del Lodigiano. La donna è stata strangolata nella sua abitazione a Chignolo Po (Pavia), mentre cercava di difendersi. Pettineo, autista di professione e fratello del precedente marito di Sabrina, presentava evidenti graffi sul viso e sul corpo, segni della disperata resistenza della vittima.

Il femminicidio e la fuga dell'omicida

Dopo il delitto, l’uomo ha tentato una fuga confusa. Prima della scoperta del corpo da parte della figlia di Sabrina, giunta in casa la mattina successiva con i carabinieri, Pettineo si era già allontanato a bordo della sua Dacia nera, dirigendosi verso il Milanese. Un testimone lo aveva visto uscire di casa alle 8:30, e i carabinieri di Pavia avevano individuato la sua auto grazie al sistema di rilevamento targhe. Tuttavia, il primo avvistamento utile risaliva alle 9:30, risultando quindi poco rilevante per rintracciarlo.

Per diverse ore, Pettineo è rimasto in una zona appartata, forse meditando il suicidio. Nel primo pomeriggio, è stato localizzato a Pandino, nel Cremonese, dove i carabinieri lo hanno fermato senza incontrare resistenza. Portato in caserma, l’uomo è stato interrogato a lungo dai pm Valeria Biscottini (Pavia) e Andrea Fignoni (Cremona), fino alla confessione definitiva: "Sono stato io". È stato quindi fermato con l’accusa di omicidio aggravato dalle relazioni personali e condotto in carcere.

Il movente del femminicidio

Lunedì, durante l’udienza di convalida del fermo, Pettineo potrebbe fornire ulteriori dettagli sul movente della lite sfociata nell’omicidio. Secondo le prime ricostruzioni, il rapporto tra i due era teso da almeno dieci anni, con una crescente conflittualità culminata nella tragedia della sera del 7 marzo.

Non risultano denunce per episodi di violenza domestica da parte di Sabrina, né segnalazioni da parte dei vicini di casa. Nel piccolo centro di Chignolo Po, e ancor più nella frazione di Lambrinia, episodi di violenza non sarebbero passati inosservati.

La procura di Cremona, diretta da Silvio Bonfigli, dopo la convalida del fermo trasmetterà gli atti alla procura di Pavia, territorialmente competente per l’indagine sull’omicidio.

Il dolore della famiglia e il ricordo della figlia

Dopo la tragica scoperta, la figlia di Sabrina, Selene, ha affidato il suo dolore ai social, scrivendo un messaggio straziante su Instagram:

"Addio angelo mio, ciao mamma, faremo di tutto per farti avere giustizia. Tu non meritavi questo. Io, mio fratello, tuo genero, la sua famiglia, che ormai consideravi la nostra, faremo di tutto per fargli avere quello che si merita. Noi ti proteggeremo, tu proteggici da lassù. Non verrai mai dimenticata. La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci e dei vigliacchi e tu - dice riferendosi evidentemente all’assassino della madre - non hai vinto, non hai spento quella luce".

La comunità di Chignolo Po è sotto shock per la tragedia, mentre le autorità continuano a lavorare per fare piena luce su quanto accaduto.

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