Funerale Santo Romano, l'amico: "Nessuna lite, l'assassino ha sparato dall'auto"
Folla in lacrime per dare l’ultimo saluto al 19enne ucciso. L’amico Giuseppe racconta l’accaduto. Don Patriciello interviene: “Serve responsabilità dagli adulti”
È stato un addio straziante quello per Santo Romano, il 19enne ucciso da colpi di pistola esplosi da un minorenne a San Sebastiano al Vesuvio. Migliaia di persone hanno riempito la Chiesa Santa Maria Francesca delle Piaghe a Casoria per esprimere vicinanza alla famiglia e chiedere giustizia per il giovane. Tra loro, amici, parenti, e numerosi cittadini che conoscevano Santo.
Giuseppe, amico della vittima e testimone diretto della tragedia, ha voluto fare chiarezza sull’accaduto. “Io ero lì con lui,” ha dichiarato con commozione. “Un nostro amico aveva involontariamente pestato le scarpe del ragazzo che poi ha compiuto il gesto estremo. Nonostante le scuse immediate, quel ragazzo ci intimava di allontanarci dallo spazio davanti al Comune di San Sebastiano.” Giuseppe racconta che Santo era intervenuto per cercare di calmare la situazione. “Santo voleva capire cosa stesse succedendo e cercava di parlare pacificamente. Ma poco dopo, il ragazzo è arrivato con l’auto e ha sparato tre colpi dall’interno del veicolo.”
Giuseppe ha inoltre smentito le parole dell’avvocato del presunto assassino, che aveva parlato di una lite violenta e di un’aggressione. “Non c’è stata alcuna lite, nessuno ha accerchiato l’auto,” ha detto Giuseppe. “Dopo aver sparato, questo ragazzo è persino andato a festeggiare con i suoi amici. Per noi quel luogo ora è pieno di ricordi dolorosi, non ci torneremo mai più.”
La Comunità in Lutto e l’Appello di Don Patriciello: “Gli Adulti Devono Essere Responsabili”
Presenti alla cerimonia diversi sindaci delle località vicine, tra cui i primi cittadini di Casoria e San Sebastiano al Vesuvio, che hanno espresso solidarietà e sostegno alla famiglia di Santo. Assente, invece, la rappresentanza della Città Metropolitana, un’assenza che ha suscitato polemiche, soprattutto in relazione al recente funerale di Emanuele Tufano, il 15enne anch'esso vittima di un'aggressione mortale.
Durante la cerimonia, ha preso la parola don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, noto per il suo impegno contro la criminalità giovanile. Don Patriciello ha offerto parole di conforto, ma anche un forte richiamo alla responsabilità collettiva. “Siamo qui oggi per salutare Santo, ma anche per chiedere giustizia,” ha dichiarato. “Non possiamo solo condannare questi giovani, dobbiamo anche riflettere sulle nostre responsabilità. Questi ragazzi sono armati da qualcuno, spesso sono cresciuti in contesti in cui gli adulti hanno rinunciato ad educarli.”
Don Patriciello ha inoltre richiamato l’attenzione sull’importanza di un’educazione solida e della presenza degli adulti nella vita dei giovani. “Comprendo chi chiede leggi più severe,” ha aggiunto, “ma dobbiamo anche tornare a educare, a dare loro valori. Senza questo impegno, ogni altra misura rischia di essere inutile.”
La Necessità di Giustizia e di Riflessione Collettiva
Il caso di Santo Romano riapre ferite profonde nella comunità e solleva interrogativi sulla responsabilità sociale e familiare. Non è solo il dolore della perdita a colpire, ma anche il contesto che ha portato a una tale tragedia. La comunità chiede giustizia per Santo, ma anche un impegno più forte per prevenire che situazioni simili possano ripetersi. Il richiamo di don Patriciello alla necessità di educazione e di valori condivisi è un invito a riflettere su come la società possa fare di più per proteggere e guidare i giovani, evitando che si trovino in contesti pericolosi.
L’assassinio di Santo Romano non è solo un episodio di cronaca nera, ma una tragedia che tocca le coscienze e invita a un esame profondo sulla direzione verso cui si sta muovendo la società.