Reddito di cittadinanza: a più di un anno dalla sua introduzione ci sono ancora molti dubbi - almeno tra i percettori - riguardo al funzionamento della misura e alla sua durata. C’è da dire che le ultime notizie in merito al reddito di cittadinanza di certo non aiutano a fare chiarezza, in quanto ogni giorno si legge di una possibile abolizione - o anche sospensione - del reddito di cittadinanza. Ecco perché molti dei beneficiari si chiedono ancora “fino a quando verrà pagato” il reddito di cittadinanza, con la paura che il sostegno a loro riconosciuto possa essere sospeso da un mese all’altro. Ad esempio, alla notizia delle dimissioni di Luigi Di Maio in molti hanno pensato ci potesse essere uno stop immediato al reddito di cittadinanza, convinti che il proseguo della misura fosse legata al destino politico del leader del Movimento 5 Stelle. Abbiamo deciso quindi di rispondere alla domanda su fino a quando verrà pagato il reddito di cittadinanza, così da fare chiarezza - speriamo definitivamente - sulla durata della misura.

Reddito di cittadinanza: fino a quando verrà pagato

Il reddito di cittadinanza - salvo alcuni casi che elencheremo di seguito - verrà pagato almeno per 18 mesi. È questa, infatti, la durata indicata dalla legge 26/2019 e che tutela coloro che hanno fatto domanda da eventuali novità introdotte in un secondo momento. Al termine dei 18 mesi, poi, qualora il reddito di cittadinanza sia ancora previsto dalla legge, si potrà fare una nuova domanda dopo aver atteso un mese di sospensione. In caso di ulteriore riconoscimento del beneficio questo verrà pagato per i successivi 18 mesi. Ad oggi, quindi, non esiste una scadenza del reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza, infatti, è una misura strutturale riconosciuta dalla legge; per una sua eventuale abolizione è necessario un nuovo intervento legislativo che ne disponga la cancellazione. Sono in molti a voler eliminare il reddito di cittadinanza: dalla Meloni a Renzi, fino ad arrivare a Salvini che è stato tra coloro che il provvedimento lo hanno votato. In caso di cambio della maggioranza parlamentare, quindi, una cancellazione del reddito di cittadinanza potrebbe effettivamente esserci: tuttavia, anche in quel caso l’abolizione non avrebbe conseguenze per coloro che già ne fruiscono, i quali continueranno a farlo fino alla scadenza naturale dei 18 mesi. Reddito di cittadinanza: quando non viene più pagato Il reddito di cittadinanza, però, non viene pagato incondizionatamente per i 18 mesi. La normativa, infatti spiega chiaramente che questo viene pagato fino a quando il nucleo familiare ne mantiene i requisiti. Ecco perché il nuovo ISEE - aggiornato al 2020 - potrebbe comportare la perdita anticipata del reddito di cittadinanza. Lo stesso dicasi per coloro che nel frattempo trovano lavoro e grazie al guadagno percepito (che ricordiamo va indicato con il modulo SR181 da consegnare al CAF entro 30 giorni dall’avvio dell’attività lavorativa) superano la soglia del reddito familiare. La perdita del reddito di cittadinanza potrebbe scattare anche quando uno dei componenti del nucleo familiare presenta le dimissioni nel periodo di fruizione della misura: in questo caso, infatti, viene effettuato un ricalcolo che potrebbe portare alla decadenza del beneficio. Il reddito di cittadinanza, inoltre, non viene più pagato quando viene comminata una sanzione ad uno o più componenti del nucleo familiare: ad esempio in caso di mancata presentazione della DID o per chi si rifiuta di sottoscrivere il Patto per il Lavoro. Fonte: Money.it Leggi ancheReddito di cittadinanza, nuovi controlli: cosa sta verificando l’Inps e chi rischia.
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