Marco Vannini avrebbe 30 anni, la nuova vita dell'ex Martina Ciontoli
La bugia del pettine, la chiamata che lo avrebbe salvato: «Chi diceva di amarti ti ha lasciato morire»

Era il 17 maggio 2015 quando la vita di Marco Vannini, 20 anni, fu spezzata da un colpo di pistola mentre si trovava a casa della fidanzata Martina Ciontoli, a Ladispoli. A sparare fu il padre di lei, Antonio Ciontoli, ex maresciallo dei Carabinieri. Da allora sono trascorsi dieci anni, e oggi, 8 aprile 2025, Marco avrebbe compiuto 30 anni.
Il caso, uno dei più controversi della cronaca nera italiana, si trascinò tra versioni contrastanti, omissioni e ritardi nei soccorsi. Marco, colpito alla spalla, rimase in casa per oltre tre ore senza ricevere adeguata assistenza. Quando fu finalmente trasportato in ospedale, era troppo tardi.
La bugia del pettine e le chiamate ritardate al 118
I Ciontoli chiamarono per la prima volta il 118 alle 23:41, ma la madre, Maria Pezzillo, annullò la chiamata affermando che Marco si era ripreso. Quando richiamarono, Antonio Ciontoli parlò di una ferita provocata da un «pettine a punta». Solo in ospedale ammise che si trattava di un colpo di pistola, chiedendo però di non divulgarlo per non perdere il lavoro. Marco morì durante il tragitto verso il policlinico Gemelli.
La sentenza definitiva e le condanne
Dopo anni di battaglie giudiziarie, la Cassazione nel 2021 ha confermato la condanna a 14 anni per omicidio volontario per Antonio Ciontoli. Martina Ciontoli, insieme al fratello Federico e alla madre Maria, è stata condannata per concorso in omicidio volontario con pena di 9 anni e 4 mesi. La Corte ha riconosciuto che, pur non avendo sparato, hanno contribuito con il loro silenzio e le menzogne a un ritardo che ha portato alla morte di Marco.
La nuova vita di Martina Ciontoli tra carcere e lavoro
A gennaio 2025, Martina ha ottenuto il permesso di lavorare di giorno presso il bar di una scuola superiore per l’educazione penale, mentre la sera rientra nella casa circondariale. Ha ottenuto questo beneficio grazie alla buona condotta e al fatto di aver scontato un terzo della pena. Ma questa "libertà parziale" ha sollevato la rabbia della famiglia Vannini.
Le parole della madre Marina Conte: «Nessun segno di pentimento»
Marina Conte, madre di Marco, ha espresso tutto il suo dolore e la sua indignazione: «Martina non ci ha mai chiesto scusa. Nemmeno una lettera. Come può essere considerata detenuta modello?». Il dolore per la perdita del figlio è aggravato dal silenzio e dall’assenza di pentimento da parte della famiglia Ciontoli.
I 80mila euro di prestito e la villa messa all’asta
Un altro capitolo amaro della vicenda riguarda il prestito di 80mila euro che la famiglia Ciontoli ottenne un mese dopo l’omicidio, ipotecando la casa. La villa di Ladispoli, luogo del delitto, è stata messa all’asta nell’ottobre scorso al prezzo base di 157.500 euro. Parte del ricavato sarà destinato come risarcimento alla famiglia Vannini. Sul cancello, una targa voluta dal Comune recita: «Chi diceva di amarti ti ha lasciato morire, ma nessuno farà mai morire il nostro amore per te, mamma e papà».
Un anniversario di dolore e memoria
Nel giorno in cui Marco Vannini avrebbe compiuto 30 anni, resta il ricordo di un ragazzo strappato alla vita troppo presto, e il grido di una madre che chiede giustizia e verità. Una vicenda che continua a scuotere le coscienze e a ricordare quanto il silenzio, a volte, possa uccidere più delle armi.