È morta a 104 anni Iole Mancini, l'ultima sopravvissuta della prigione nazista di via Tasso
Staffetta partigiana e testimone della Resistenza, Iole Mancini si è spenta a 104 anni, lasciando un'impronta indelebile nella memoria storica della lotta antifascista
Oggi, lunedì 2 dicembre, è venuta a mancare Iole Mancini, a 104 anni. La staffetta partigiana, che ha vissuto una vita segnata dalla lotta contro il nazifascismo, si è spenta dopo aver lasciato un segno profondo nella storia della Resistenza. La notizia della sua morte è stata diffusa dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI), che l'ha ricordata con un commosso messaggio su Facebook:
"Ciao Iole, ci mancherai da morire".
Nata nel 1920 a Nemi, in provincia di Roma, Iole Mancini è stata una figura fondamentale nella lotta contro l'occupazione nazifascista. Fin da giovane si unì ai Gruppi di Azione Patriottica (GAP) con il marito, Ernesto Borghesi, e insieme combatterono contro i nazisti durante gli anni più bui dell'occupazione di Roma.
La prigionia a via Tasso e la tortura delle SS
Il suo coraggio la portò a diventare uno degli ultimi testimoni diretti degli orrori del carcere di via Tasso, a Roma, dove tra il 1943 e il 1944 furono incarcerati e torturati più di 2.000 antifascisti. In questo luogo di dolore e sofferenza, Mancini visse personalmente le atrocità delle SS naziste, venendo arrestata e incarcerata per il suo impegno nella Resistenza.
Nel 1944, dopo un fallito attentato a Vittorio Mussolini, Iole e il marito furono arrestati. Durante la prigionia, Mancini subì interrogatori brutali e torture, ma mantenne sempre la sua fermezza e il suo silenzio. La sua determinazione a non tradire la causa partigiana è stata fondamentale per non rivelare dove si trovasse Borghesi, che all'epoca era suo fidanzato. Durante il suo periodo di detenzione, Iole Mancini fu anche interrogata da Erich Priebke, uno dei boia delle Fosse Ardeatine, che la torturò senza ottenere informazioni. Mancini, però, non cedette mai.
Testimone della memoria storica della Resistenza
Nonostante gli orrori vissuti, Iole Mancini ha continuato a essere una testimone vivente della Resistenza e della lotta per la libertà. In questi anni ha condiviso la sua testimonianza con le nuove generazioni, visitando scuole e partecipando a numerose iniziative per mantenere viva la memoria di quei giorni terribili. La sua partecipazione attiva nella vita pubblica e il suo impegno costante sono stati un esempio per tutti, sempre lucida, generosa e pronta a ricordare i valori di libertà e giustizia che hanno animato la Resistenza.
L'ANPI di Roma ha sottolineato come la morte di Iole Mancini lasci un grande vuoto nella comunità antifascista, ma il suo esempio rimarrà per sempre vivo nei cuori di chi ha avuto il privilegio di ascoltarla e imparare da lei. La staffetta partigiana ha dedicato la sua vita a insegnare la dignità della resistenza, l’importanza della memoria storica e il valore della libertà.
Un'eredità indelebile
Iole Mancini è diventata una figura simbolo della Resistenza, non solo per il suo impegno attivo nella lotta contro il fascismo, ma anche per la sua straordinaria capacità di testimoniare quei momenti di storia che non devono mai essere dimenticati. La sua morte segna la fine di una generazione che ha visto la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, ma la sua memoria continuerà a vivere attraverso i racconti e gli insegnamenti che ha lasciato.
Iole Mancini, insieme a migliaia di altre persone come lei, ha costruito le fondamenta di una Repubblica libera e democratica. La sua scomparsa rappresenta un momento di dolore per tutti, ma anche un invito a non dimenticare mai il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà. Bella Ciao, Iole.