Papa Francesco come è morto
Papa Francesco come è morto

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella mattina del lunedì di Pasquetta: Papa Francesco è morto. Il decesso è avvenuto alle 7.35, ma l’annuncio ufficiale da parte del Vaticano è stato diffuso solo intorno alle 10, dopo che le autorità ecclesiastiche avevano informato le figure istituzionali e avviato le prime misure di sicurezza in Vaticano.

Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, aveva mostrato negli ultimi giorni una ripresa che aveva fatto ben sperare: solo 24 ore prima, durante la messa di Pasqua, era apparso in pubblico tra i fedeli, aveva percorso piazza San Pietro in papamobile e impartito la benedizione urbi et orbi. Ma dietro quei gesti di vicinanza al popolo, si celava una fragilità fisica che alla fine ha avuto il sopravvento.

La crisi nella notte: il cuore non ha retto

Secondo quanto riferito da fonti sanitarie, Papa Francesco ha vissuto una notte particolarmente difficile, culminata con una crisi cardiaca improvvisa che si è rivelata fatale. Le sue condizioni erano state giudicate stabili dopo la recente dimissione dal Policlinico Gemelli, dove era stato ricoverato per complicanze respiratorie legate a una forma di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva).

Nonostante l’apparente ripresa, i medici gli avevano raccomandato di evitare sforzi e soprattutto di limitare l’esposizione al freddo e ai contatti pubblici. Ma Papa Francesco, fedele alla sua missione pastorale, ha preferito ignorare quelle indicazioni pur di restare tra la gente. La stanchezza accumulata e il clima rigido di questi giorni avrebbero aggravato le sue condizioni, portando a un’insufficienza respiratoria acuta che ha provocato l’arresto cardiaco.

Le parole degli esperti: “Una morte legata all’insufficienza respiratoria”

A spiegare nel dettaglio la probabile dinamica clinica è stato lo pneumologo Claudio Micheletto, direttore della Uoc Pneumologia all’Azienda ospedaliera universitaria di Verona: «Con bassi livelli di ossigenazione, il cuore può entrare in sofferenza. L’arresto cardiaco è la conseguenza più grave di una crisi respiratoria acuta. Il Papa – ha aggiunto – rientrava tra i pazienti a rischio e la sua grande resistenza fisica non è bastata a salvarlo».

Anche Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha commentato la vicenda, sottolineando come l’infezione respiratoria polimicrobica da cui il Pontefice era stato colpito potesse avere “alti e bassi”: «Le gravi comorbidità – ha detto Bassetti – unite all’immunodepressione causata dal cortisone, il sovrappeso e l’età avanzata, hanno reso il suo organismo troppo fragile per affrontare un nuovo peggioramento».

San Pietro blindata: annullati tutti gli eventi

Nel frattempo, la città del Vaticano è stata messa in sicurezza. Già dalle prime ore del mattino, le autorità hanno disposto controlli straordinari in tutta l’area di San Pietro, con strade chiuse e annullamento di tutti gli eventi previsti nei giorni successivi alla Pasqua. L’intera macchina diplomatica della Santa Sede è ora all’opera per organizzare i solenni funerali e predisporre il Conclave, che dovrà eleggere il successore di Francesco.

Un pontificato che ha segnato la storia

Papa Francesco lascia un’eredità profonda e complessa. È stato il primo Papa sudamericano, il primo gesuita a sedere sul trono di Pietro e, soprattutto, un Pontefice delle riforme, vicino ai poveri e alle periferie del mondo. La sua morte non è solo un lutto per la Chiesa cattolica, ma un evento di portata storica che chiude un’epoca e ne apre un’altra, fatta di incertezza ma anche di attesa e riflessione.

Nel giorno della Resurrezione, Papa Francesco ha scelto di restare con il suo popolo. Ed è lì che il suo cuore si è fermato: in mezzo ai fedeli, tra la gente che ha tanto amato.

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