Guardia di finanza
Secondo filone dell'inchiesta, sei le persone chiamate in causa

La Procura di Salerno ha ampliato le indagini sugli appalti truccati che coinvolgono il Comune di Capaccio Paestum e la Provincia di Salerno. Questo secondo filone dell'inchiesta, coordinato dal procuratore Giuseppe Borrelli, ha già portato a importanti arresti, tra cui quello del sindaco e presidente della provincia Franco Alfieri. Ora, altre sei persone risultano indagate con accuse di turbativa d’asta e corruzione, tra cui spicca il nome dell'ingegnere Gianvito Bello, originario di Benevento.

Bello, che ricopre il ruolo di responsabile dell’area lavori pubblici del Comune di Capaccio, è difeso dall’avvocato Giuseppe Stellato. Le accuse mosse nei suoi confronti, e verso gli altri indagati, includono la turbata libertà degli incanti e la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, entrambe contestate a vario titolo.

Appalti milionari sotto inchiesta

Il focus delle indagini riguarda una serie di appalti di grande rilevanza economica e strategica per il territorio salernitano. Tra questi figurano progetti per decine di milioni di euro, tra cui la Fondovalle Calore, l’Aversana e il Sottopasso di Ogliastro Cilento. Questi lavori, che avrebbero dovuto migliorare infrastrutture e viabilità, sono ora sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, che sospettano gravi irregolarità nei bandi di gara.

La Guardia di Finanza ha acquisito vasta documentazione relativa a questi appalti, che verrà analizzata per fare chiarezza sulle presunte manipolazioni nei processi di assegnazione dei lavori pubblici. L'inchiesta mira a verificare se vi siano stati favoritismi o accordi corruttivi volti a garantire vantaggi a determinati soggetti, a discapito della regolarità delle procedure.

Gianvito Bello e gli altri indagati

Oltre a Gianvito Bello, altre cinque persone sono finite nel mirino della Procura di Salerno. Tra queste figura Luca Cascone, consigliere regionale della Campania, la cui posizione è attualmente oggetto di approfondimenti. Gli investigatori si sono recentemente recati negli uffici di Cascone a Napoli per acquisire ulteriori prove. Il consigliere è accusato di essere coinvolto in un sistema di corruzione che ruotava attorno all'assegnazione degli appalti pubblici.

Gli altri indagati includono Andrea Campanile, strettissimo collaboratore di Franco Alfieri, già arrestato nel primo blitz, e Michele Lizio, direttore del Settore Viabilità della Provincia di Salerno. Entrambi sono accusati di aver partecipato a questo sistema illecito di assegnazione di lavori pubblici.

Anche Nicola Aulisio, dirigente della società Cogea Impresit, e due dipendenti del Comune di Capaccio Paestum, Federica Turi e Gianvito Bello, sono sotto indagine. Federica Turi, responsabile dell’area manutenzione del Comune di Capaccio, è sospettata di aver contribuito a favorire determinate imprese nella scelta degli appaltatori.

Le implicazioni dell'inchiesta

L'inchiesta sugli appalti truccati in provincia di Salerno è solo agli inizi, ma potrebbe avere conseguenze significative sulla politica e sulle istituzioni locali. Il coinvolgimento di figure di spicco come il sindaco Alfieri e il consigliere regionale Cascone mette in luce un sistema di presunta corruzione radicato nella gestione degli appalti pubblici.

Con la continuazione delle indagini e le future udienze di Riesame previste per fine ottobre, si attendono nuovi sviluppi che potrebbero portare a ulteriori arresti o conferme delle accuse già mosse. La Procura di Salerno continua a lavorare per accertare la verità e far emergere le responsabilità in una vicenda che sta scuotendo profondamente la politica e l’amministrazione locale.

La situazione attuale vede Gianvito Bello e altri indagati al centro di un’inchiesta che potrebbe riscrivere la storia recente della gestione degli appalti pubblici in Campania. Mentre le autorità proseguono nelle indagini, cresce l’attesa per i futuri sviluppi che determineranno il destino giudiziario dei protagonisti di questa vicenda.

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