NAPOLI (PONTICELLI). L'appostamento fino alle due del mattino davanti casa sua, in via Luigi Crisconio, a Ponticelli. Poi gli spari, a pochi metri dalla compagna. Non un caso. Volevano che vedesse Carmine D'Onofrio morire sotto i suoi occhi, il futuro papà del bimbo che portava in grembo da 8 mesi. Almeno 7 colpi calibro 45, tanti quanti i bossoli rinvenuti, che non gli hanno lasciato scampo. Carmine D'Onofrio, 23 anni, è morto poco dopo al Pronto Soccorso di Villa Betania.

Incensurato ma una parentela pesante

D'Onofrio è infatti il figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa, fratello di Tonino ‘o sicco, attualmente detenuto e considerato ai vertici del clan che porta il suo cognome, i De Luca Bossa di Ponticelli. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Poggioreale e a quelli del Nucleo Investigativo di Napoli, quella della vendetta trasversale è, allo stato attuale, una delle ipotesi seguite dagli inquirenti; al netto di eventuali sviluppi investigativi in direzioni diverse, sarebbe uno dei rarissimi casi in cui la camorra uccide parenti dei rivali. Il filo rosso porta dritto alla faida di Ponticelli, agli scontri tra clan che si sono inaspriti quando i De Martino sono stati isolati dai De Luca Bossa e dai Casella e, negli stessi mesi, c'è stato il ritorno nel quartiere di Marco De Micco, detto il "Bodo". A quest'ultimo era indirizzata la bomba che è stata fatta esplodere pochi giorni fa in via Luigi Piscettaro, ferendo una donna e il figlio di 14 anni che si trovava in uno degli appartamenti ai piani più bassi dell'edificio.

L'omicidio di stanotte potrebbe essere una risposta a quell'intimidazione

E c'è un precedente, risalente a diversi anni fa. Nel 2013, nel pieno della faida tra i D'Amico e i De Micco, nel rione Conocal furono ammazzati due ragazzi. Le vittime il 21enne Gennaro Castaldi e il 19enne Antonio Minichini. Il primo, considerato vicino ai D'Amico, era il reale obiettivo dell'agguato. Antonio invece fu ucciso perchè era insieme a lui ed era figlio del boss Ciro Minichini e di Anna De Luca Bossa, sorella di Antonio De Luca Bossa, 'o Sicco.

Il commento di Libera Campania

Quella in atto a Ponticelli, tra bombe, intimidazioni a suon di proiettili e omicidi, ultimo quello di stanotte, è una "guerra di camorra senza esclusione di colpi". Una "emergenza nazionale", così la definisce Libera Campania, "anche se a Roma nessuno se ne accorge e a lottare contro la criminalità organizzata sono rimaste solo le reti di quartiere". L'associazione auspica che lo Stato intervenga dando "un segnale concreto, efficiente ed efficace per non lasciare sole le reti sociali, culturali e civiche che denunciano e resistono al ricatto e alla violenza delle camorre nel quartiere e che quotidianamente non rinunciano alla possibilità di cambiare il luogo che si ama e si abita, anche quando tutti fanno finta di non accorgersene". Fonte: Fanpage Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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