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La relazione tra il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia è diventata un caso mediatico e politico di grande rilevanza. Il ministro, in un’intervista al Tg1, ha ammesso l’esistenza della relazione e ha spiegato che è stata interrotta prima che la nomina di Boccia a consigliera diventasse effettiva. Tuttavia, la vicenda si è complicata con l’emergere di sospetti sull’utilizzo di fondi pubblici e sulla possibilità di un’indagine per peculato. Nonostante il ministro abbia già offerto le dimissioni, queste sono state respinte dalla premier Giorgia Meloni, ma la possibilità di un suo addio al governo rimane aperta.

Durante l’intervista al Tg1, il ministro Sangiuliano ha chiarito che la relazione con Maria Rosaria Boccia è stata di natura sentimentale, ma che si è conclusa. Ha sottolineato che, durante i mesi in cui la donna lo accompagnava nei suoi spostamenti in Italia, tutte le spese sarebbero state coperte o da lui stesso o dagli organizzatori degli eventi, negando categoricamente l’uso di fondi pubblici.

Anche se Sangiuliano ha offerto le sue dimissioni a Giorgia Meloni, queste sono state respinte. Tuttavia, le dimissioni potrebbero diventare una realtà dopo il G7 della Cultura, previsto dal 19 al 21 settembre, per evitare un caos politico prima del summit. In tal caso, il governo dovrebbe individuare un sostituto, e uno dei nomi in circolazione è quello di Alessandro Giuli, attuale presidente del Maxxi di Roma.

I materiali privati di Boccia e il rischio di ricatti

Uno degli aspetti più delicati della vicenda riguarda i materiali privati che Maria Rosaria Boccia avrebbe in suo possesso. Secondo alcune fonti, la donna avrebbe registrato conversazioni private tra lei e il ministro, includendo anche commenti su colleghi di governo e sulla premier Meloni. Si parla addirittura di occhiali con telecamera indossati da Boccia per registrare video. Il ministro ha dichiarato di non essere "ricattabile", ma la portata dei materiali in possesso di Boccia resta un’incognita.

Il possibile reato di peculato

Sangiuliano è stato chiaro nel ribadire che non sono stati utilizzati fondi pubblici per coprire le spese di viaggio e alloggio di Boccia, ma il deputato Angelo Bonelli di Europa Verde ha sollevato il sospetto che ci possa essere stato un utilizzo improprio di mezzi e servizi dello Stato, come le auto della scorta. Bonelli ha annunciato un esposto alla Procura di Roma, ipotizzando il reato di peculato, che riguarda l’uso personale di risorse pubbliche da parte di funzionari statali.

Le foto compromettenti non ancora pubblicate

Sul piano personale, ci sarebbero delle fotografie di Sangiuliano e Boccia insieme, considerate "molto delicate", che non sono state ancora pubblicate. Secondo il fotografo Alex Fiumara, queste immagini sono state scattate in Campania e ritraggono i due mentre escono da uno studio medico. Anche se queste foto non sono ancora apparse sulla stampa,

la loro esistenza potrebbe aggiungere ulteriore pressione sul ministro, sia dal punto di vista personale che politico. La pubblicazione di tali immagini potrebbe infatti influire negativamente sulla sua posizione all'interno del governo, aumentando il rischio di ulteriori scandali.

La vicenda che coinvolge il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia continua a evolversi, con implicazioni che spaziano dal piano personale a quello politico e giudiziario. Nonostante le dimissioni siano state respinte per ora, le possibili conseguenze legate all'indagine per peculato e ai materiali privati in possesso di Boccia potrebbero rendere inevitabile un'uscita di scena del ministro. L'attenzione resta alta in vista dei prossimi sviluppi, con un focus particolare sulla gestione politica da parte del governo Meloni e sul futuro del Ministero della Cultura.

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