GUERRA UCRAINA. Il rischio di una Terza guerra mondiale. Come dichiara Franco Roberti, Parlamentare Europeo, ex Procuratore nazionale antimafia e politico italiano, "Non possiamo permettercelo”.

Alla luce di quanto sta accadendo, possiamo dire che l’Europa ha sottovalutato Putin o che comunque non ha compreso fino in fondo il suo veto in merito all’annessione dell'Ucraina alla Nato?

«Bisognerebbe, ripercorrere gli ultimi 20 anni - dichiara Franco Roberti- i rapporti tra l’Occidente e il Cremlino: riconoscere gli errori fatti dai Paesi Occidentali, in primis dalla Nato e anche dall’Unione Europea. Errori gravi e che pesano su questa situazione. Premesso che niente giustifica l’invasione di uno Stato sovrano e la rottura di una legalità internazionale, in quanto è assolutamente inaccettabile, non sarebbe male riconoscere che sono stati commessi degli errori. L’Europa ora deve rispondere in modo unitario a questa sfida lanciata dal Cremlino

Quando parla di errori, a cosa fa riferimento esattamente?

«Per esempio l’allargamento ad est della Nato fin dalla fine della guerra fredda, quindi parliamo della caduta del muro di Berlino. C’era stato un impegno, in primis dagli Stati Uniti e poi dalla Nato a non allargare ulteriormente i confini, e invece è stato fatto. Tra il 2004 e il 2020 sono passati da 16 a 20, i Paesi entrati a far parte della Nato e sono tutti quelli al confine con l’ex Unione Sovietica: la Romania, la Polonia… Tutto questo ha pesato nei rapporti internazionali con la Russia. Perché quando cadde il muro di Berlino e finì la guerra fredda, la Russia non aveva più la forza politica in quel momento per reagire, pur essendo una potenza nucleare. Col tempo, però si rafforzata e adesso rivendica quel mancato rispetto da parte della Nato, quella promessa, quell’impegno a non allargare ad altri Paesi a Est i loro confini. Cosa che è stata fatta in modo massiccio. Portare basi missilistiche nei Paesi Baltici, in Polonia, in Romania, è una sfida che si è fatta ed è ovvio che bisogna aspettarsi delle conseguenze dalla Russia che, nel frattempo, si è rafforzata sia economicamente che militarmente»

Dalle sanzioni allo Swift, il si dell’Italia e non solo. Crede che la via della pace sia ancora perseguibile con la diplomazia?

«La via della diplomazia è sempre perseguibile in qualunque momento e deve essere perseguita in via prioritaria, su questo non c’è dubbio. Personalmente, credo poco alle sanzioni. Anche questa dello Swift è sicuramente molto forte, forse la più forte ed avrà come tutte le sanzioni ricadute altrettanto forti su chi le applica. Perchè lo Swift è un circuito di pagamento internazionale riconosciuto a livello globale che ovviamente colpirà la Russia, ma colpirà anche i Paesi Occidentali che non potranno più ricevere i pagamenti dalla Russia. Il discorso di fondo è questo: in un mondo globalizzato dove sono fortissime le interdipendenze tra tutti i Paesi, quelli dell’Est e quelli dell’Ovest, è difficile applicare sanzioni senza riportare conseguenze a tutti. Se escludiamo la Russia dallo Swift, come si vuole fare e capisco che si debba fare in questo momento, sicuramente la Russia attiverà con la Cina, l’India, gli Emirati Arabi, tutti quelli che si sono astenuti dalla condanna, un nuovo circuito finanziario che escluderà i Paesi Occidentali. Il mondo di spaccherà nuovamente e ci saranno danni gravissimi per tutti. Ora è chiaro, ripeto, le sanzioni vanno fatte, ma temo che, con tutta la drammaticità che si possa immaginare, questo conflitto finora economico tra l’Occidente e la Russia possa da un momento all’altro trasformarsi in un conflitto bellico perché siamo veramente sull’orlo dell’abisso. Dove certamente ci ha trascinati Putin, su questo non c’è dubbio, ma noi siamo pronti a rispondere? Non credo proprio, non possiamo permetterci una Terza guerra mondiale».

Alleanza Cina e Russia, inizialmente Pechino alla finestra. Poi l’astensione sulla condanna dell'invasione: che ruolo ha secondo lei, la Cina, in questa guerra e soprattutto quanto può rivelarsi importante e decisivo nell’evolversi del conflitto?

«La soluzione di questo conflitto dipende da due fattori: il primo è l’unità dei paesi occidentali, se questa unità reggerà e sembra che reggerà, visto che noi andremo anche martedì prossimo al Parlamento Europeo a votare la risoluzione, e sarà una risoluzione unitaria, tutti i paesi dell’UE compresi quelli dell’Est voteranno a favore della risoluzione che condanna l’invasione. Secondo fattore determinante sarà la posizione della Cina che giocherà un ruolo decisivo nella pace, perchè la Cina, è vero che si è astenuta al Consiglio di Sicurezza e si è trascinata India ed Emirati Arabi, ma la Cina è la Cina. E se avesse voluto chiudere ad ogni possibilità di trattativa, forse avrebbe votato contro. L’astensione della Cina, io la giudico molto importante e quindi bisognerebbe lavorare diplomaticamente anche con lei. Il mondo Occidentale, ma anche e soprattutto noi italiani abbiamo rapporti commerciali molto importanti, abbiamo una prospettiva anche di incremento con la via della seta. Dipendiamo tanto noi dalla Cina quanto lei da noi. Non conviene a nessuno trasferire il conflitto economico verso il conflitto bellico, a parte la minaccia nucleare, ma non conviene davvero a nessuno. Io penso che alla fine si arriverà inevitabilmente ad un impegno dei Paesi Occidentali a mantenere la neutralità dell’Ucraina, cosa secondo me che doveva già essere fatta, perché l’impegno c’era in questo senso. Nessuno ha mai detto che l’Ucraina entrerà nella Nato, nell’Unione Europea. Diciamo la verità, quando abbiamo aperto L’Unione Europea ai Paesi Baltici, alla Polonia, alla Romania, alla Bulgaria, e c’era Prodi presidente della Commissione, noi abbiamo sfidato la Russia, lo abbiamo fatto consapevolmente e lo abbiamo fatto per fare anche un favore agli americani. Adesso paghiamo le conseguenze. A parte le turbolenze che creano proprio questi Paesi all’interno dell’Unione Europea, non ci dimentichiamo che noi abbiamo un problema enorme del rispetto dello Stato di diritto da parte dell’Ungheria e della Polonia perché sono Paesi ex comunisti e hanno una cultura, una storia molto diversa dalla nostra. Noi stiamo combattendo attualmente con l’Ungheria per lo Stato di diritto, perché non lo rispettano. Stanno mettendo il bavaglio alla magistratura, alla stampa, ci stanno creando problemi. Sono molto perplesso su queste scelte di inserire questi Paesi nell’Unione Europea, volute proprio per sfidare la Russia. Adesso vogliamo inserire anche l’Ucraina? Ma così facendo gli equilibri mondiali si lacerano, dobbiamo tenere conto di queste realtà, innanzitutto la Russia e la Cina. Bisogna mantenere questa neutralità almeno dell’Ucraina. Adesso ci sentiamo tutti quanti ucraini sull’onda emotiva dell’invasione, l’Ucraina deve entrare nella Nato, nell’UE… ma se ragioniamo, ci rendiamo conto che non è auspicabile il loro ingresso».

Venti di guerra che si ripercuotono anche e soprattutto sul mercato e in primis sull’Italia

«Qualunque imprenditore italiano venga interpellato, ci dirà che i prezzi delle materie prime sono raddoppiati, se non triplicati a causa di questa situazione. Quindi già c’è un danno enorme all’economia, un’economia già provata dalla pandemia, già alle prese con la necessità di mettere a frutto i fondi del Pnrr e non sarà facile farlo. Noi italiani andiamo incontro ad una crisi economica spaventosa, tutto questo a chi conviene? A nessuno».

“Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che Mosca risponderà con conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto”. Parole che inevitabilmente fanno scattare il timore di una minaccia atomica, essendo la Russia una delle due maggiori potenze nucleari mondiali. Quanto il rischio può divenire reale?

«Quella dichiarazione è chiaramente una sfida nucleare. Sarebbe una follia talmente grande che mi rifiuto anche di pensarlo. Però purtroppo in queste situazioni di crisi le situazioni sfuggono di mano, quindi io non escludo che si possa arrivare ad un conflitto armato dell’Occidente contro la Russia. E se si arriva alla guerra, come si fa ad escludere l’utilizzo di testate nucleari che ci sono? Le abbiamo sia noi puntate sulla Russia che la Russia, a sua volta su di noi. Nessuno vuole parlarne, ma dobbiamo sapere che esiste questo rischio. E quindi bisogna necessariamente arrivare al “cessate il fuoco” e a sedarsi a un tavolo di trattative con la mediazione della Cina. Adesso si propone Israele come mediatore, va benissimo, ma la Cina può essere determinante in questa situazione.

La figura di Zelensky, da ex comico a presidente eroe in prima fila a difendere la propria terra, un vero e proprio servitore del popolo: quanto secondo Lei Putin ha sottovalutato sia la persona in sé, sia il popolo ucraino dove anche le donne hanno imbracciato il fucile e costruiscono bombe in casa?

«Non credo che Putin sia uno che sottovaluti qualcosa, anzi secondo me ha calcolato tutto. Lui oramai ha imboccato una strada senza ritorno e questa situazione anche per lo stesso Putin si può evolvere o in un tavolo di pace dove si affermi la neutralità dell’Ucraina oppure in una guerra, della quale il mondo occidentale non potrà rimanere a lungo alle porte, accontentandosi delle sanzioni. Zelensky non lo commento. Vedo che è stato un presidente eletto con il 70% dei consensi, quindi democraticamente. Ed è un presidente legittimo di uno stato democratico e sovrano invaso».

Il Papa si reca all’Ambasciata russa chiedendo un colloquio: il valore di questo gesto

«Quello del Papa è stato un gesto senza precedenti. La posizione del Vaticano è molto importante perché dobbiamo considerare che una buna parte della popolazione russa è molto sensibile ai temi cristiani, cattolici ed è contraria all’invasione dell’Ucraina. L’isolamento di Putin deve essere un isolamento anche all’interno del suo Paese e questo potrebbe pesare sulle sue decisioni e quindi poi sulla trattativa di pace. L’iniziativa del Papa è molto importante».

Zekensky, ieri ha rifiutato le trattative, inducendo Putin ad una nuova offensiva nella notte

«Non si può trattare con gli invasori sul proprio territorio, è un ricatto. Prima si devono ritirare i russi poi si incomincia a trattare, questo secondo me è fondamentale quindi Zelensky ha fatto bene a rifiutare con i russi in casa sua. Sono stati attaccati palazzi di civili, è inaccettabile. Prima il cessate il fuoco, poi il ritiro delle truppe russe al di fuori dei confini ucraini e poi si incomincia a trattare in una sede che non sia la Bielorussia che è complice di Putin. C’è grande confusione sotto il cielo, ma bisogna tener ben presenti dei principi di fondo: no all’aggressione, no all’invasione di uno Stato sovrano, democratico per giunta, si all’isolamento della Russia, si alla trattativa con l’impegno dell’occidente di neutralizzazione dell’Ucraina, nel senso che non entrerà nella Nato e non entrerà nell’Unione Europea. Perché il punto della discordia è questo, anche se il primo ministro tedesco disse chiaramente che non era all’ordine del giorno l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Ma questo ovviamente non rassicura i russi che già si vedono abbondantemente minacciati dalla presenza nella Nato e nell’UE di Paesi dell’ex Unione Sovietica, gli ex Paesi del Patto di Varsavia, come i Paesi Baltici, la Polonia, l’Ungheria. A questa situazione si è arrivati attraverso un processo ventennale dell’avvicinamento della Nato e dell’Occidente ai confini russi con l’inglobamento di questi Paesi. E’ un processo democratico, certo, ma è un processo che va anche letto nell’ottica russa che si sente minacciata politicamente. Il che non significa giustificare Putin, ma significa comprendere, capire le situazioni, perché se non lo si fa non si trovano poi le giuste soluzioni». Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo Segui il nostro canale Google News 41esimoparallelo Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it
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