Conte ha pensato prima a
Palazzo Chigi poi ai medici e ai cittadini? Stando a quanto emerso da alcuni documenti pubblicati online, l’approvvigionamento di mascherine e altri
dispositivi di protezione per il coronavirus sarebbe iniziato a febbraio. Per il resto della popolazione, medici e personale sanitario in primis, invece, le
gare d’acquisto sono state indette diversi giorni dopo. Si tratterebbe di un altro passo falso per il governo, dopo l’errore commesso con i respiratori polmonari.
Palazzo Chigi ordinò mascherine già a febbraio, Conte “egoista”?
Un’inchiesta condotta da
Il Tempo rivela un dato sconcertante sull’operato della
Presidenza del Consiglio durante l’emergenza coronavirus. Il premier
Giuseppe Conte infatti avrebbe approvato già a partire dal 26 febbraio l’acquisto di materiale sanitario tra cui mascherine, guanti, gel, medicine, camici, bombole d’ossigeno e defibrillatori.
Parliamo nel dettaglio di 10mila mascherine chirurgiche a 0,20 euro l’una e di 500 mascherine APVR FFP3, quelle dotate di filtro, al prezzo di 7,98 euro ciascuna e con consegna rapidissima (entro 5 giorni) da parte di un’azienda veneta. E poi ancora 310 confezioni da 100 pezzi l’ una di guanti monouso in nitrile per un prezzo complessivo di 1.500 euro. Tutto in
trattativa privata, come avvenuto anche per l’acquisto di 270 taniche da 5 litri di gel disinfettante al costo di 16,50 euro ognuna fornite da una società pugliese. Ulteriori carichi di camici e mascherine sono arrivati poi tra metà e fine marzo.
Palazzo Chigi trasformato in un ospedale attrezzatissimo, considerando anche le spese per scongiurare uno degli scenari peggiori ovvero la contrazione del virus da parte dello stesso Conte. E quindi l’acquisto di 4 bombole da 14 litri e 7 da 2 litri per l’
ossigenoterapia. Senza dimenticare “
un frigorifero per la conservazione di farmaci e vaccini” pagato ben 2.500 euro, in cui conservare 9.000 euro di medicinali extra per l’
ufficio medico del Presidente del Consiglio, due defibrillatori da 8.000 euro e due elettrocardiografi.
Solo dopo l’acquisto di mascherine per gli ospedali
Ciò che sorprende è che solamente giorni dopo si è chiesto alla CONSIP, centrale acquisti della pubblica amministrazione, di indire una gara per l’acquisto di
dispositivi di protezione individuale, bandita poi il 9 marzo, da inviare alle strutture ospedaliere della penisola. Tra l’altro molti di questi lotti sono stati revocati dal commissario straordinario per l’emergenza coronavirus,
Domenico Arcuri, e tanti altri arriveranno magari quando l’emergenza sarà finita.
Dalla Presidenza del Consiglio ancora non è arrivata una risposta ma se dovessero essere confermate le spese, le date e le modalità d’acquisto si tratterebbe di una mossa scioccante. In un momento cruciale in cui medici e infermieri lamentavano la
scarsa reperibilità di guanti e mascherine, Palazzo Chigi aveva già pensato a sé, facendo scorta di tutti gli strumenti utili per scongiurare infezioni. Fonte: Money.it
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