daniela di maggio

Da quando ha perso suo figlio, Giovanbattista "Giogiò" Cutolo, Daniela Di Maggio non ha mai smesso di battersi per la legalità e per una riforma del sistema giudiziario minorile, proponendo pene più severe per i minorenni autori di crimini violenti. La sua battaglia si è intensificata dopo l'ultimo caso di cronaca che ha visto il giovane Arcangelo Correra, 18 anni, ucciso per mano del cugino mentre maneggiavano una pistola.

La Richiesta di Una Riforma del Sistema Carcerario

Di Maggio pone un interrogativo cruciale sul sistema carcerario minorile: "Dobbiamo riflettere sulla differenza tra carcere riabilitativo e carcere ricreativo. Se un ragazzo, già autore di reati gravi, esce di prigione senza aver sviluppato una vera coscienza, è probabile che commetterà nuovi crimini." Con queste parole, la madre di Giogiò mette in evidenza il fallimento del carcere nel rieducare giovani delinquenti, citando il caso di un altro minore che, dopo la libertà, ha compiuto nuovamente atti criminali.

L'Orchestra di Qualiano in Ricordo di Giogiò

Oggi, i bambini dell’Istituto Comprensivo Pinetamare di Castelvolturno hanno sfilato in onore di Giogiò, formando un’orchestra a lui dedicata. "Un anno fa ho detto che saremo vittime di bambini armati," ricorda Di Maggio, sottolineando l'importanza di introdurre reati come la "stesa" e di limitare la libertà di giovani criminali per evitare altre tragedie.

La Proposta di Riformare la "Messa alla Prova"

Di Maggio ha avanzato una proposta radicale: eliminare la "messa alla prova" per i minorenni. "Il killer di mio figlio era stato messo alla prova, ma una volta terminato il periodo, ha ucciso. Dobbiamo agire su questa misura."

La Richiesta di Abbassare l’Età della Responsabilità Penale

La madre di Giogiò sta portando avanti una proposta per abbassare l’età punibile per i minori. "A 14 anni, i giovani sono cognitivamente maturi e dovrebbero poter essere puniti per i loro crimini. Basta con le comunità di prova; bisogna far pagare il prezzo delle loro azioni ai genitori, togliendo la patria potestà quando necessario."

Di Maggio conclude con un appello alla società: "Se vediamo giovani con beni di lusso e comportamenti violenti, dovremmo interrogarci su ciò che stiamo trasmettendo loro. Continuando così, creiamo solo mostri."

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