Bimbo suicida a Napoli. La richiesta è stata resa nota attraverso i legali Maurizio Sica e Lucilla Longone. “La famiglia comprende il difficile lavoro di tutti gli organi di comunicazione ma, in questo momento di grande dolore, chiede un rispettoso silenzio”.
La famiglia del bimbo di 11 anni che la notte tra lunedì e martedì scorsi, a Napoli, si è tolto la vita lanciandosi dal balcone di casa ha chiesto riserbo sulla tragedia che l’ha colpita.
Intanto stamane, la Procura ha avviato una serie di accertamenti irripetibili, tra i quali gli esami tecnici dei device in uso al bambino, in particolare, i contatti che l’11enne ha avuto prima della tragedia.
L’esame
E' stato affidato alla polizia postale che sarà affiancata da un perito nominato dalla famiglia per far luce sui motivi che hanno spinto il bambino a lanciarsi dalla finestra del bagno di casa, all’undicesimo piano di un palazzo di Chiaia.
In particolare
Saranno esaminati un telefono cellulare, lo stesso con il quale ha inviato alla mamma un messaggio prima di lanciarsi nel vuoto, il computer di famiglia e una consolle.
La procura ha anche ascoltato gli amici della piccola vittima alla ricerca di tracce che possano portare a comprendere le ragioni del gesto estremo.
Dall’esame autoptico
Non sono emerse lesioni di genere diverso da quelle provocate dalla caduta e neanche le telecamere interne all’edificio hanno dato elementi di indagine; quando il bambino si è lanciato, non c’era nessuno in zona.
Lui avrebbe scritto nell’ultimo sms “adesso ho un uomo nero davanti e non ho tempo”. La procura batte per questo la pista che porta al web e a una challenge del tipo Jonathan Galindo, che spinge i più giovani nel baratro.
L’undicenne
Nel suo ultimo messaggio, allude a un uomo incappucciato, e gli inquirenti non escludono possa essere stato vittima dei cosiddetti challenge dell’orrore.
Del tipo blue whale, un gioco che si svolge totalmente on-line, che comprende atti di autolesionismo e anche, alla fine, il suicidio. Si indaga sull’ultima, terribile, moda del “Jonathan Galindo”: una challenge silenziosamente diffusa sui social.
Così come la “Blue Whale” si tratterebbe di una sfida che condiziona i più giovani spingendoli anche ad atti estremi.
In queste ore la Polizia sta ascoltando gli amici e i familiari del bimbo. Secondo l’ultima ricostruzione, Giovanni aveva trascorso il pomeriggio con gli amici e la sera con i genitori.
Durante la notte poi il “buio”. Il bambino avrebbe scritto il messaggio e si sarebbe lanciato nel vuoto.(Cronache/Internapoli)
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