Esplosione Ercolano: i tre giovani morti per 20 euro al giorno
Indagini in corso su un dramma legato al lavoro nero e alla criminalità organizzata.
Una nuova tragedia scuote il territorio di Ercolano. Lunedì pomeriggio, un’esplosione devastante in una fabbrica abusiva di fuochi d'artificio ha spezzato le vite di tre giovani: le gemelle Sara e Aurora Esposito, di 26 anni, e Samuel Tafciu, diciottenne di origini albanesi. I ragazzi lavoravano per pochi euro al giorno, maneggiando materiali altamente pericolosi senza alcuna protezione. Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, stanno svelando uno scenario drammatico e complesso.
Lavoro nero e assenza di tutele
I tre ragazzi, pagati tra i 20 e i 25 euro al giorno, erano impiegati nella fabbrica senza alcuna garanzia di sicurezza. Il luogo, ufficialmente registrato come abitazione, operava come opificio abusivo, utilizzando mano d’opera inesperta per produrre razzi pirotecnici micidiali, noti come “Kobra”. Questi fuochi d’artificio, richiesti per il mercato clandestino e spesso legati alla malavita organizzata, rappresentano un business redditizio ma pericoloso.
L'inchiesta della Procura
L'inchiesta, guidata dal PM Stella Castaldo, si concentra su diverse ipotesi di reato, tra cui esplosivo, omicidio plurimo e disastro. Il proprietario di fatto dell’immobile, Pasquale Punzo, è sotto accusa, insieme alla sua convivente. L’edificio, intestato a una bambina di 13 anni, non aveva autorizzazioni per l’attività produttiva. Inoltre, il Comune di Ercolano aveva segnalato anomalie e tentato un’ispezione nel gennaio scorso, senza ottenere risultati.
La dinamica del disastro
Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente potrebbe essere stato causato da un errore nella manipolazione della polvere esplosiva o dalla scarsa qualità dei materiali utilizzati. L’esplosione ha sbalzato i corpi dei ragazzi a diversi metri di distanza, provocando incendi che hanno reso irriconoscibili le vittime. Un esperto pirotecnico aveva recentemente tenuto un breve corso di formazione, insufficiente per garantire la sicurezza necessaria.
Un mercato pericoloso
I “Kobra” sono tra i prodotti più richiesti nel mercato nero, utilizzati non solo per festeggiamenti illegali ma anche da teppisti e gruppi organizzati. La produzione di questi razzi rappresenta una delle principali fonti di reddito per l’economia sommersa, quasi sempre controllata dalla criminalità. L’esplosione di Ercolano si collega a un incidente simile avvenuto pochi giorni prima a Quarto, suggerendo un quadro più ampio di irregolarità nel settore.
Il ruolo della camorra
Il controllo della camorra sulle attività illegali legate ai fuochi d’artificio è una realtà consolidata nella zona. Le indagini stanno verificando i legami tra i gestori della fabbrica abusiva e la criminalità organizzata, per risalire ai mandanti delle maxi-commesse che hanno portato alla tragedia. Il business illecito si intensifica con l’avvicinarsi delle festività, aumentando i rischi per chi è coinvolto in queste attività.
La rabbia e il dolore della comunità
Le famiglie delle vittime sono distrutte dal dolore, e la comunità di Ercolano si interroga sulle condizioni di sfruttamento che hanno portato a questa tragedia. “Mio marito è morto per una manciata di spiccioli,” ha dichiarato la giovane vedova di Samuel, evidenziando la disperazione di chi cerca un lavoro dignitoso e si trova intrappolato in un sistema ingiusto.
L'esplosione di Ercolano è il tragico epilogo di un sistema che mescola sfruttamento, lavoro nero e criminalità organizzata. Questa vicenda non solo solleva interrogativi sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, ma richiama l’urgenza di combattere le attività illecite che mettono a rischio la vita di giovani lavoratori. Le indagini proseguono, mentre la comunità chiede giustizia per Sara, Aurora e Samuel.