BELVE. Si chiude stasera l'ultimo appuntamento di Francesca Fagnani con Belve. Una puntata degnissima di 'ultima puntata' con ospiti d'eccezione e soprattutto sopra le righe, come Ornella Vanoni.

Un racconto a tutto tondo quello della cantante ormai 88enne che non risparmia niente e nessuno e dà libero foto alla sua mente, alla sua vita fatta di eccessi e non, ma sicuramente una vita vera.

Dagli amori promiscui per le donne che non ha mai negato tanto da affermare dalla Fagnani: «Ho fatto soffrire le donne che ho amato». Alla vita sfrenata con Giorgio Strehler, tra eccessi sessuali e droghe: «È l’uomo che mi ha amata di più, ma non mi ha protetta da situazioni estreme perché non poteva farne a meno. Voleva tornare con me, ho detto di no».

E poi la musica quel sentirsi sempre la «numero due» rispetto a Mina come lei stessa ammette. Fino poi al rapporto tormentato con Gino Paoli.

E a proposito di Paoli, la Fagnani gira il dito nella piaga ricorda alla Vanoni che l'ha definita una smollata con l’eta: «Anche lui sarebbe meglio non dicesse…guarda quello che ha cercato di raccontare a Sanremo! Come se fosse a casa sua! Si è dimenticato che era a Sanremo… ha visto Morandi e gli è partita quella roba li’… che non andava fatta. Amadeus era terrorizzato e l’ha portato via».

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E ancora aggiunge Vanoni divertita sull'ex Paoli: «Io sono ironica, lui no. Questa ironia di me si sa, si vede e si sente. Di lui proprio no, però se vuole essere ironico, poverino, non diamogli contro».

Vanoni a ruota libera: «Giravo senza mutande»

«Dove abitavo c’erano tutti finestroni, e io non giravo in mutande ma proprio nuda. Tutti mi dicevano che mi avevano visto dalle finestre. Sì, sono una scostumata! Pensa che c’era un periodo in cui avevo solo due paia di mutande, un paio nere e le altre bianche [...] Uscivo la sera con gonna e tacchi a spillo. Bisogna per forza avere le mutande? Non è detto!».

Il mio vizio più grande: le canne

Alla domanda della Fagnani il suo "vizio" più grande, la cantante non ha dubbi:

«Le canne. A un certo punto non dormivo più. Mio padre mi fece fare perfino la cura del sonno: ero disperata. Finché un giorno non mi hanno fatto fare una canna e allora ho detto: ecco la mia medicina».

E a proposito della ricerca di badanti che sanno rollare, la Vanoni racconta: «Quando cammino per strada i ragazzi mi urlano Ornella! Io non ho lavoro ma rollo da Dio, vengo a fare da badante!».

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