Un’indagine è stata aperta per una partita di mascherine non a norma, arrivata anche all’ospedale Maresca. Nel clou dell’emergenza coronavirus, un ordine da circa 80mila euro avrebbe fatto arrivare all’ombra del Vesuvio alcune decine di migliaia di dispositivi di sicurezza.
Tali dispositivi sono stati importati dalla Only Italia Logistics, società dell’ex presidente della Camera Irene Pivetti, già indagata dalle Procure di Savona, Siracusa, Roma e Imperia.
Adesso, anche la Procura di Torre Annunziata su segnalazione della Asl Napoli 3 Sud ha aperto un fascicolo d’inchiesta.
Ony Otalia Logistics
Quei dispositivi farebbero parte del maxi carico di mascherine che a marzo la Only Italia Logistics ha importato dalla Cina per conto della Protezione Civile, salvo poi scoprire che le certificazioni Inail erano cambiate. Nonostante lo stop, però, quelle mascherine erano già finite negli scaffali delle farmacie e in alcune strutture sanitarie, tra cui anche l’ospedale Maresca di Torre del Greco.
Al momento dagli uffici inquirenti c’è il massimo riserbo sulla vicenda e non viene confermata l’iscrizione nel registro degli indagati del nome dell’ex presidente della Camera, diventata imprenditrice molto attiva sul fronte Italia-Cina.
I legami con la società di Pivetti
I legami tra la società che la Pivetti amministra e le grandi aziende cinesi aveva permesso la stipula di un vantaggioso contratto tra la Only Italia Logistics e la Protezione Civile per l’import di 10 milioni di mascherine per 23 milioni di euro con il 60% della cifra anticipata dal Governo al momento della firma.
Misure straordinarie
Varate in piena emergenza, che avevano permesso alla Pivetti di ottenere l’importante commessa, che si è rivelata un pericoloso flop. Diversi sono stati i sequestri effettuati dalla guardia di finanza in tutta Italia. In una farmacia di Savona era arrivato il primo sequestro di mascherine senza certificazione, inidonee e non approvate dall’Inail, al quale erano seguiti quelli successivi. Il più grande era avvenuto a fine maggio a Malpensa, quando i finanzieri avevano trovato 250mila mascherine. Tra i reati ipotizzati dalle varie Procure contro la società della Pivetti ci sono frode in commercio, ricettazione, falso e violazione ai dazi doganali.
A Torre Annunziata
Nel frattempo, sono in corso gli accertamenti per capire se quelle mascherine siano state utilizzate. Nelle mani degli inquirenti c’è una fattura da 80mila euro che fa riferimento all’azienda di Irene Pivetti per una consegna di mascherine.
È certo anche che l’ordine di quei dispositivi di sicurezza non fosse destinato all’ospedale Covid di Boscotrecase, rifornito dalla Regione tramite la Protezione Civile attraverso altri canali. «Quelle sono ottime mascherine – ha precisato nei giorni scorsi la stessa Irene Pivetti – quando sono state vendute da me al distributore non c’era ancora la norma dell’Inail, che ha impiegato oltre venti giorni per dare una risposta».
In attesa del responso Inail
La stessa Pivetti ha confermato che «le mascherine erano state ampiamente distribuite». Situazione molto simile, riguarda anche un’azienda della Penisola Sorrentina. (IlMattino)
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