Le indagini sull'omicidio di Lorenzo Nardelli, noto come l'"omicidio dell'ascensore", hanno subito una svolta significativa. Le recenti rivelazioni indicano che la vittima non è stata aggredita a causa di un tentativo di furto, ma sembra che sia caduta in una sorta di "agguato mortale" quando ha oltrepassato la soglia dell'appartamento dei cugini moldavi Radu e Marin Rusu a Mestre. Questa nuova angolatura nell'indagine è emersa durante gli interrogatori di garanzia separati dei due indagati, condotti oggi in carcere dal gip Alberto Scaramuzza.

La teoria della "trappola mortale" Secondo quanto riportato dall'avvocato difensore dei Rusu, il giudice non sembra essere convinto dalla teoria del furto, anche a causa delle incongruenze che sono venute alla luce durante i lunghi interrogatori. Al momento non è chiaro cosa abbia indirizzato le indagini verso la pista di una "trappola mortale".

"Data la gravità dell'accusa, l'arresto era previsto", ha dichiarato l'avvocato Jacopo Trevisan, "ma la pianificazione dell'agguato non era scontata". Riguardo alle telefonate fatte dai Rusu al 112 la notte dell'evento, il giudice ritiene che siano "chiamate di copertura, fatte dopo l'accaduto".

Secondo il referto del medico legale Cristina Mazzaroli

Nardelli ha subito politrauma cranico e toracico con lesioni suggestive di trattenimento sulle braccia, suggerendo che uno dei due indagati potrebbe averlo bloccato mentre l'altro lo colpiva. Il gip Scaramuzza ha convalidato gli arresti e ha emesso un nuovo ordine di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario.

La versione dei cugini moldavi

I due indagati, d'altro canto, hanno ribadito la loro versione del tentato furto in casa. Hanno raccontato che stavano cenando e bevendo grappa quando improvvisamente si sono trovati di fronte Lorenzo Nardelli. Inizialmente, nelle prime dichiarazioni fatte al momento dell'arresto, avevano menzionato due presunti complici di Nardelli. Tuttavia, questi dettagli sembrano ora essere stati scartati. Sull'ipotesi del furto, l'avvocato Trevisan ha sollevato un interrogativo: "Se questa teoria dovesse rivelarsi infondata, sarebbe essenziale trovare un movente, che al momento è del tutto assente". Ha anche suggerito altre possibilità, come questioni irrisolte o un ingresso sbagliato in un palazzo che ospita sia residenti anziani che persone coinvolte in attività illecite.

Il mistero dell'auto e l'omicidio di Nardelli

Un ulteriore enigma da risolvere è come Nardelli sia arrivato al civico 9 di Rampa Cavalcavia con la sua auto, che è stata diligentemente parcheggiata di fronte al condominio. Attualmente, le chiavi di quell'auto sono ancora mancanti. L'avvocato Trevisan ha concluso affermando che le chiavi non sono in possesso dei suoi assistiti.

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