NAPOLI. Piccoli sognatori o meglio imprenditori o meglio ancora
“piccoli lord” crescono. E per fortuna crescono in terra
Campania.
Fabio Ummarino classe ’79, napoletano doc, da aspirante avvocato a
“lord” del marketing.
La sua esperienza, infatti, alla
Facoltà di Giurisprudenza dura poco mentre la sua passione più grande e la sua vera indole prendono forma. La sua voglia di stare in mezzo agli altri, il suo incessante bisogno di “comunicare” e la sua riscoperta dedizione per il
marketing grazie anche a quel “mostro” di genialità di
Steve Jobs, suo idolo, lo porta a imboccare nuove strade: «
Mi considero più un uomo d’azione che da scrivania, già dai tempi della scuola avevo voglia di lavorare, di fare qualcosa di concreto».
Ed è così che quei manuali di marketing posti sul suo comodino incominciano a prendere forma, nella sua mente, nel suo vivere quotidiano, fino a divenire un tutt’uno e a spingerlo a “
coniugare lavoro e divertimento”.
Quello che per molti era puro svago, distrazione, diviene invece il suo lavoro.
Dal prestigioso Club Med dove Fabio ricopre i ruoli di responsabile degli sport nautici e animatore degli spettacoli nei villaggi di Santa Teresa di Gallura, Otranto e sulla nave da crociera “Club Med 2” (che fa scalo nei principali porti del Mediterraneo) a organizzatore di serate nelle discoteche e nei locali notturni più esclusivi e
ricercati di Napoli, facendosi apprezzare in poco tempo come uno dei
PR più “in gamba” della movida partenopea.
Ma il
“piccolo lord” (come da sempre è stato definito, sia in famiglia che tra gli amici), ha voglia di crescere, di fare qualcosa in più, per se stesso ma anche per gli altri. Ed è proprio durante i suoi frequenti viaggi all’estero, in particolare a
Parigi, dove rimane affascinato dal patinato
mondo dell’alta moda, che coltiva il sogno di realizzare anche a Napoli
eventi di classe.
Fabio Ummarino:
«Ho sempre avuto le idee molte chiare – dichiara Fabio Ummarino – sentivo che potevo fare qualcosa di più e soprattutto volevo qualcosa di concreto, qualcosa che mi identificasse e che desse spazio alla mia voglia incessante di stare in mezzo agli altri, di comunicare, mettere insieme, organizzare».
Così nasce Pl Manegement
Un'agenzia di eventi che nel corso degli anni e grazie ai suoi viaggi e alle sue esperienze recedenti riesce ad accaparrarsi la fiducia e la stima dei più importanti brand
partenopei e nazionali:
«Il mio motto è sempre stato quello di lavorare e puntare sulla qualità più che sulla quantità. A chi mi adula o mi chiede quanto sono bravo, rispondo sempre che a fare la differenza non sono io ma il mio team, i vari professionisti coi quali ci interfacciamo .
Noi non ci paragoniamo a nessuno, cerchiamo solo di fare del nostro meglio con perseveranza e umiltà. Questo è il nostro segreto: il successo è frutto di un lavoro di squadra».
Quanto questi due anni di pandemia hanno inciso sul suo settore e soprattutto come ha fatto a “resistere”, essendo il suo uno dei settori più colpiti dalle restrizioni?
«Non è stato facile, per nulla e come tutti abbiamo accusato il colpo. Ma ce l’abbiamo fatta e devo dire grazie a tutte le persone che hanno sempre creduto in noi e a tutti i professionisti che mi circondano e collaborano con me. Le parole d’ordine in questi anni sono state pensare e riprogrammare, cercando di diversificare ma restando sempre nel nostro ambito di organizzazione di eventi. Abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione.
Un cambiamento inevitabile, ostacolarlo significava rimanere in dietro. La vita stessa è in continuo movimento e bisogna adeguarsi. Così abbiamo aperto anche ad altri settori come quello del turismo e siamo diventati partner di un progetto molto importante che ci rende particolarmente felici e rafforza la nostra ambizione.
Un progetto di grande spessore, è in fase di lancio e da buon napoletano – sorride e riprende - per scaramanzia, preferisco non spolerare nulla. In questo progetto noi siamo un partner, non è un’invenzione nostra, ma siamo molto orgogliosi di aver avuto questa grande opportunità e siamo certi che andrà a gonfie vele».
E ancora aggiunge
«La situazione di questi due anni, ha cambiato tutto e risulta difficile fare programmi a lungo termine. A questa si è aggiunta la guerra e per quanto mi riguarda l’unica guerra da percorrere è quella per la pace. Spero che si ponga fine al più presto, in primis per il bene delle popolazioni colpite.
A seguito di tutto ciò, è normale che si tende a vivere la quotidianità, ma sono ottiista per natura e dobbiamo guardare avanti e non smettere mai di pensare al futuro perché questo ci aiuta ad affrontare il presente. Noi siamo stati fortunati, abbiamo avuto modo di reinventarci e rimodulare il tutto. Sono sempre più convinto che il duro lavoro e la professionalità paga sempre. Magari c’è bisogno di più tempo, più tenacia, ma si esce più forti e più consapevoli delle proprie capacità, aspirazioni. Ed è quello che è successo a noi».
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