Messina Denaro, l'autista resta in carcere. Il nipote del boss: "Qui Matteo fa ancora paura”
Sull'arresto di Messina Denaro, il gip Fabio Pilato disposto la custodia cautelare in carcere per Giovanni Luppino, l'agricoltore di olive che ha fatto l'autista al boss. E fermato lunedì insieme al capomafia.
La richiesta di custodia cautelare per Luppino è stata presentata dal pm della Dda di Palermo, Piero Padova.
Messina Denaro - Luppino resta in carcere
Nelle tasche di Luppino, al momento dell'arresto, trovati biglietti e fogli scritti a mano con numeri di telefono, nominativi e appunti di vario genere il cui contenuto risulta di estremo interesse investigativo.
Luppino, interrogato giovedì dal gip nel corso dell'udienza di convalida dell'arresto in flagranza, ha negato di essere stato a conoscenza dell'identità del "passeggero" che aveva accompagnato alla clinica Maddalena, luogo in cui è scattato il blitz.
Al giudice racconta di aver conosciuto l'uomo che ha portato in clinica alcuni mesi prima perché presentato da un compaesano, Andrea Bonafede, come suo cognato. Da allora non avrebbe mai pià visto il boss fino a domenica, quando questi, che lui conosceva con il nome di Francesco, gli aveva chiesto di dargli un passaggio a Palermo dove avrebbe dovuto fare la chemioterapia.
Una versione che, secondo la procura, sarebbe completamente inventata. L'agricoltore risponde di favoreggiamento e procurata in osservanza della pena aggravati dal metodo mafioso.
Il nipote di Matteo Messina Denaro, Giuseppe Cimarosa
Ribadisce la sua posizione contro la mafia e lo zio e, dopo la manifestazione organizzata davanti a uno dei covi, afferma: "Non si è trattato di una provocazione contro i mafiosi ma di un invito ai miei concittadini a essere più coraggiosi".
E chiarisce: "La mia iniziativa però non molto partecipata. Per paura o anche per indifferenza. Capisco che per molti sia difficile esporsi, ma è necessario. La mafia fonda la sua forza sulla paura della gente".
Giuseppe Cimarosa
E' figlio di Rosa Filardo, cugina di primo grado di Matteo Messina Denaro: giovedì ha organizzato, davanti a uno dei covi del boss a Campobello di Mazara, una manifestazione, che non è andata benissimo a causa, spiega della paura e dell'indifferenza. "La gente forse adesso ha bisogno di un po' di tempo per ragionare e trovare un po' il coraggio. Io mi rendo conto che non è semplice, anche se non lo comprendo e mi fa un po' rabbia", ha detto Giuseppe.
"La gente non deve avere paura" di Messina Denaro
"Se la gente smettesse di avere paura la mafia avrebbe più difficoltà a rigenerarsi", ha aggiunto Cimarosa, il cui padre Lorenzo è stato collaboratore di giustizia. "Noi da dieci anni, non avendo accettato il programma di protezione, abbiamo rischiato. Dopo l'arresto del boss mi sono reso conto di aver rischiato molto di più perché si nascondeva a pochi chilometri da casa mia. Che poi, in realtà non si nascondeva neanche", ha detto.
Giuseppe aveva chiamato a raccolta i suoi concittadini con un appello su Facebook e ha persino telefonato al sindaco. L'appuntamento era alle quattro del pomeriggio in piazza Ruggero Settimo ma a parte qualche consigliere comunale e amici personali di Giuseppe, l’iniziativa non ha riscosso la partecipazione sperata.