daniela santanchè

La mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, sarà votata martedì 25 febbraio alla Camera dei Deputati. La decisione è stata ufficializzata dalla conferenza dei capigruppo, che ha fissato il voto nel pomeriggio, subito dopo la commemorazione dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, prevista per le 15:30.

Nella stessa giornata si discuterà anche la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, legata al caso Almasri, ma il caso Santanchè resta al centro del dibattito politico.

Le accuse e il pressing delle opposizioni

La ministra del Turismo è da mesi al centro delle polemiche a causa del suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla gestione dell’azienda Visibilia, per la quale è stata rinviata a giudizio. Le opposizioni chiedono da tempo un passo indietro, sottolineando che la permanenza di Santanchè nel governo rischia di minare la credibilità dell’esecutivo.

«Giorgia Meloni non può più far finta di niente», aveva dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, all’indomani del rinvio a giudizio della ministra. Tuttavia, la presidente del Consiglio non ha chiesto a Santanchè di dimettersi, lasciando che la questione si trascinasse senza una decisione politica chiara.

Con il passare delle settimane, però, il pressing delle opposizioni è aumentato, mettendo in difficoltà non solo la ministra, ma anche Fratelli d’Italia e l’intero governo. La scorsa settimana, durante la discussione generale sulla mozione di sfiducia, Santanchè è rimasta quasi sola in Aula, segnale di un possibile imbarazzo della maggioranza.

Il voto decisivo: quali scenari per la ministra

L’esito della votazione sarà cruciale per il futuro della ministra del Turismo. Se la mozione di sfiducia dovesse passare, Santanchè sarebbe costretta a dimettersi. Tuttavia, il governo Meloni ha una maggioranza solida e difficilmente si arriverà alla sfiducia effettiva.

Il vero nodo politico riguarda l’opportunità di mantenere Santanchè al suo posto, considerando le ripercussioni sull’immagine dell’esecutivo. Se anche il voto non la sfiduciasse formalmente, la crescente pressione politica potrebbe portare la premier a riconsiderare la posizione della ministra, soprattutto in vista delle prossime sfide elettorali.

Nel frattempo, le opposizioni continuano a insistere: "Chi governa deve dare il buon esempio", sostengono dal Pd e dal M5S, chiedendo un segnale di discontinuità da parte della maggioranza. Resta da vedere se Meloni deciderà di difendere fino in fondo Santanchè o se, di fronte alla crescente pressione, opterà per una soluzione politica che le consenta di riorganizzare la squadra di governo senza perdere credibilità.

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