Il numero dei medici positivi al coronavirus in Lombardia continua a crescere così come quello dei dottori deceduti in tutta Italia.

Oltre a quelli impegnati negli ospedali sono tanti anche i medici di base che seguono i pazienti considerati meno gravi e che quindi trascorrono a casa il periodo di quarantena, come la dottoressa Paola Pedrini che Fanpage.it ha incontrato nel suo ambulatorio in provincia di Bergamo, a Trescore Balneario.

La paura di ammalarsi c'è, siamo tutti a rischio

"Questa mattina è morto un collega a Lodi – racconta la dottoressa mentre risponde all'ennesima telefonata di un paziente – e probabilmente è morta un'amica e collega a Lecco". C'è anche uno spaccato personale dietro il racconto di un medico che vive da settimane questi giorni di emergenza: "Sto lavorando molto intensamente, sono in ambulatorio almeno dieci ore al giorno, rispondo in continuazione al telefono che continua a squillare, non vedo i miei genitori da fine febbraio perché mi sono messa in auto isolamento per paura di contagiarli – racconta la dottoressa – siamo sottoposti a uno stress fisico e psicologico importante: tutti i medici. Non ci sono giorni per riposare, non c'è il sabato né la domenica: la mia forza? Noi dottori ci supportiamo molto gli uni con gli altri".

Medici mandati a lavorare senza protezioni

La denuncia arriva anche da Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi di Bergamo: "Sono tanti, troppi i medici di famiglia ammalati: il problema è che sono stati mandati tutti a lavorare senza protezioni idonee con pazienti sospetti con il rischio di essere anche loro vettori dell'infezione”.(Fanpage) Leggi anche: Coronavirus a Napoli. La Volante della Polizia si ferma in strada e ringrazia i residenti. Leggi anche: 41esimoparallelo
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