Il 6 febbraio, Gino Iori si presenta al pronto soccorso del San Camillo-Forlanini con un forte mal di testa. Dopo un'attesa di quasi due ore, viene visitato dal medico di turno, Giuseppe Cicardo, che gli prescrive un antinfiammatorio per la cervicale dovuta a una contrattura dei muscoli del collo.

Gino Iori muore per un aneurisma, il medico l'aveva scambiato per cervicale

Quattro giorni dopo, il mal di testa persiste e Gino si reca dal fratello Jean Pierre per chiedere consiglio. Tuttavia, sviene prima di poter scendere dall'auto ed è portato in ospedale dove la Tac che rivela un aneurisma cerebrale. Gino Iori muore il 16 febbraio, sei giorni dopo, a causa dell'aneurisma cerebrale.

L'accusa a Giuseppe Cicardo è di omicidio colposo in ambito sanitario perché avrebbe dovuto sottoporre il paziente a una Tac cerebrale, come previsto dai protocolli, durante la prima visita al pronto soccorso. La prima udienza del processo è fissata per il 25 gennaio del 2025. Il fratello di Gino Iori, Jean Pierre, si è costituito parte civile con l'assistenza degli avvocati Michele Leonardi e Stefano Maccioni, rappresentante di Cittadinanzattiva.

Dopo aver esaminato la cartella clinica ed eseguito l'esame autoptico, il consulente della Procura ha affermato che il personale del pronto soccorso dell'ospedale ha omesso la Tac cerebrale prevista dalle buone pratiche mediche e dalla letteratura, ravvisando un profilo di censura a loro carico per la morte di Gino Iori. La situazione di emergenza rilevata troppo tardi, compromettendo le possibilità di salvare la vita del paziente.

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