salvatore giordano

La prima Corte d’Appello del Tribunale di Napoli ha emesso il suo verdetto sul caso del crollo in Galleria Umberto, che nel luglio del 2014 provocò la morte del 14enne Salvatore Giordano. Il giovane, colpito da un fregio staccatosi dal frontone della storica galleria, stava passeggiando con gli amici lungo via Toledo quando avvenne la tragedia.

Il verdetto ha portato a tre condanne e due assoluzioni. Tra i cinque imputati inizialmente condannati in primo grado, Franco Annunziata, dipendente del servizio idrogeologico del Comune di Napoli, e Marco Fresa, amministratore di condominio al momento del dramma, sono stati assolti.

Le condanne confermate

La Corte ha invece confermato le condanne per:

  • Bruno Mariano, amministratore di condominio: 2 anni di reclusione con sospensione della pena.
  • Elio Notarbartolo, direttore dei lavori: 2 anni di reclusione con sospensione della pena.
  • Giovanni Spagnuolo, dirigente del servizio difesa del territorio: condanna a 1 anno e 4 mesi per responsabilità collegate, mentre l’accusa di omicidio colposo è caduta per prescrizione.

Allarmi inascoltati e responsabilità disattese

Al centro del processo la gestione della sicurezza della Galleria Umberto, simbolo di Napoli ma vittima di scarsa manutenzione e continui rimpalli di responsabilità. Prima del tragico incidente, erano stati segnalati cedimenti nella facciata della struttura, spingendo le autorità a raccomandare verifiche strutturali. Tuttavia, gli interventi effettuati furono limitati e inefficaci.

Anche un’interrogazione consiliare dell’allora consigliere comunale Vincenzo Moretto aveva sottolineato la necessità di interventi urgenti. L’inerzia delle autorità e la catena di omissioni hanno contribuito al tragico epilogo.

Il dolore della famiglia Giordano

I genitori di Salvatore Giordano, rappresentati dall’avvocato Sergio Pisani, si erano costituiti parte civile. La sentenza lascia però un amaro in bocca alla famiglia, che sperava in un riconoscimento più ampio delle responsabilità istituzionali.

“Siamo molto delusi – ha dichiarato l’avvocato Pisani – perché ci aspettavamo che la Corte inviasse gli atti alla Procura nei confronti del Comune di Napoli, che riteniamo il principale responsabile della morte di Salvatore.”

Un monito per il futuro

La tragedia di Salvatore Giordano resta un monito sulla necessità di tutelare i luoghi storici e di garantire la sicurezza pubblica. Mentre Napoli piange ancora la perdita di un giovane innocente, la sentenza di appello segna un capitolo importante, ma non definitivo, nella ricerca della giustizia.

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