Mattia Maddaluno rapito a San Giorgio a Cremano
Mattia Maddaluno rapito a San Giorgio a Cremano

Si stringe il cerchio attorno agli autori del sequestro del 15enne Mattia Maddaluno, avvenuto martedì mattina a San Giorgio a Cremano. Dopo l’arresto di Antonio Amiral, 24 anni, gli inquirenti stanno passando al setaccio ogni dettaglio contenuto nel suo telefono cellulare, considerato un elemento cruciale per risalire all’identità dei complici che hanno agito con lui.

Contatti, messaggi, chiamate: tutto è oggetto di una minuziosa analisi da parte degli investigatori, che puntano in particolare ai giorni immediatamente precedenti il rapimento. Il sospetto è che proprio lì si celino informazioni decisive per risalire agli altri due soggetti coinvolti nell’operazione criminale.

Il rapimento e l’appartamento di Barra

Secondo quanto ricostruito, Antonio Amiral non ha agito da solo. Al momento del sequestro, era accompagnato da un altro uomo alla guida del furgone con cui il minorenne è stato prelevato. Ma c’era anche un terzo complice, che ha atteso i due in un appartamento situato nel quartiere Barra, dove il ragazzo è stato trattenuto contro la sua volontà per diverse ore.

È proprio in quell’abitazione che i carabinieri hanno rilevato tracce biologiche riconducibili ai sequestratori, tra cui capelli, impronte digitali e residui di DNA. Elementi che, assieme ai dati del telefono di Amiral, potrebbero consentire l’identificazione degli altri due responsabili.

La pista dei messaggi e dei contatti

Gli investigatori stanno verificando ogni contatto recente presente nella rubrica del cellulare del 24enne, così come gli eventuali scambi su piattaforme di messaggistica istantanea. Particolare attenzione viene riservata alle conversazioni avvenute nei giorni immediatamente precedenti il sequestro, alla ricerca di dettagli organizzativi o nomi da incrociare con altri elementi emersi durante le indagini.

Non si esclude che i complici possano appartenere allo stesso contesto criminale di Amiral, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati. Gli inquirenti ritengono infatti che il sequestro sia stato pianificato in modo premeditato, e non frutto di un gesto isolato o improvvisato.

Le prossime mosse degli inquirenti

La Procura ha disposto ulteriori esami sui reperti biologici ritrovati nell’appartamento di Barra, con l’obiettivo di ottenere profili genetici completi da confrontare con le banche dati. Nel frattempo, Antonio Amiral resta in custodia cautelare, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Intanto, la comunità di San Giorgio a Cremano segue con apprensione gli sviluppi del caso, profondamente scossa da un episodio che ha coinvolto un giovanissimo del posto.

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