"Ohi Fede… però chi glielo dice al giudice" che il bambino "lo mandiamo all'ex brigatista? Io non mi attento" a dirlo. La frase è stata estrapolata da una conversazione online risalente a maggio del 2015, agli atti dell’inchiesta Angeli e Demoni sugli affidi a Bibbiano e nella Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia. La domanda è della psicologa Imelda Bonaretti, cui segue la risposta di Federica Anghinolfi (‘Fede’), ex dirigente dei servizi sociali: “Mica lo sa. E la pena l’ha scontata”. Entrambe sono indagate dalla procura di Reggio Emilia.
Bibbiano, le chat analizzate dagli inquirenti
La chat è stata scoperta in uno dei telefonini sequestrati dai
carabinieri. Le trascrizioni delle conversazioni riempiono centinaia di pagine. Nel caso specifico non si sa se effettivamente sia stato disposto il collocamento del minore all’ex detenuto e sul punto sono stati avviati approfondimenti. In un'altra conversazione c'è anche la richiesta di esplicitare meglio, in un rapporto da inviare all'autorità giudiziaria minorile, in che modo il malessere di un minore derivasse dalla famiglia di origine.
Altrimenti, il giudice in questione non lo avrebbe compreso perché "tonto", come lo definisce Anghinolfi. Diversi scambi, va detto, non riguardano direttamente gli otto casi di minori citati nell’ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso giugno, ma altri, e gli accertamenti hanno portato all’apertura di nuovi fascicoli.
Assumere assistenti sociali vittime di abusi
In un’altra chat la stessa Anghinolfi, parlando con una dirigente del Comune di Bibbiano, proponeva di privilegiare l’assunzione di assistenti sociali che avessero subìto abusi sessuali nel loro passato: “Cosa ne dici – scriveva Anghinolfi – se nel titolo mettiamo ad esempio: assistente sociale di 35 anni abusata sessualmente dallo zio in età infantile, i genitori non le hanno creduto… si trova a lavorare su una segnalazione informale di un’insegnante che le riferisce che una bimba le ha confidato” di aver subito una presunta violenza. La risposta della dirigente: “Mi sa molto hard, in due ore non ce la si fa (…) Tu vuoi infilare la parte psicologica personale dentro la professione (…) Ma secondo me dovremmo metterla giù diversa”.
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