Campania a rischio zona arancione e rossa. Alcune scuole, così come riportato nel Dpcm, potrebbero riaprire ma De Luca continua a tenere tutti gli istituti chiusi.
Così la proclamazione di un'ulteriore ordinanza restrittiva che qualche giorno fa era stata immediatamente contestata da un gruppo di mamme, le quali avevano deciso di presentare ricorso al Tar.
Nulla di fatto, comunque. E' giunta proprio ieri la risposta del Tar che dà ragione al governatore De Luca: le scuole restano chiuse.
De Luca vince, la conferma dal Tar e dai presidi
Come titola questa mattina anche il quotidiano Il Mattino, è confermata la chiusura delle scuole anche da parte dei presidi della Campania.
E' importante ricordare, come sottolineava anche il governatore Vincenzo De Luca qualche diretta fa, che proseguirà sempre e comunque la didattica a distanza per scuole dell'infanzia, primarie e secondarie almeno fino al 14 novembre, giorno in cui scadrà l'ordinanza regionale.
Scuole in Campania, l’annuncio della Regione: “Aperture localizzate nelle zone a basso rischio”
Aperture localizzate a partire dalla prima e seconda elementare allo scadere dell’ordinanza in Campania. Questo l’obiettivo della Regione Campania per ciò che riguarda l’istruzione e la riapertura della scuole.
“Stiamo lavorando sul da farsi dopo il 14 novembre, quando la proroga della chiusura delle scuole sarà scaduta. In Regione siamo d’accordo sul fatto che la riapertura dovra’ iniziare dalla prima e seconda elementare, dai laboratori delle scuole professionali e dagli studenti disabili”. Cosi’ all’ Agenzia Dire Lucia Fortini, assessora alla Scuola della Regione Campania.
Fortini sottolinea anche un altro punto che giorni fa e’ stato oggetto di un incontro con i vertici dell’Asl, il presidente dell’associazione nazionale Comuni d’Italia in Campania Carlo Marino, le organizzazioni sindacali e Vincenzo De Luca.
Ovvero la possibilità di passare a riaperture localizzate in Comuni dove il tasso di contagio e’ molto basso. Proposta rivendicata anche dall’opposizione in Regione.
Cosa accadrà alla scadenza dell'ordinanza
“È il secondo nodo dal quale vorremmo ripartire il 14 novembre con la scadenza della proroga – ha spiegato Fortini -. Il problema e’ che per realizzare questo programma ci vuole chi si assuma la responsabilita’ di apertura nei singoli Comuni, se ne occupano i sindaci? E in base a quale indicatore? Resta anche il fatto che l’Unita’ di crisi non e’ favorevole a provvedimenti che prevedono disposizioni differenziate”.
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