LUCCA. "Mi hai regalato i sei anni più belli della mia vita, mi hai regalato Dante, bello e dolce come te. Mi hai regalato tutta te stessa. Mi hai regalato tutto quello che potessi desiderare". Inizia così un post su Facebook che Davide Giracello ha dedicato a sua moglie Debora Pierini, la 26enne coinvolta nell'esplosione della casa a Torre (Lucca), il 27 ottobre, é morta venerdì. La giovane era incinta e dopo essere stata estratta dalle macerie, era stata fatta partorire con un cesareo d'urgenza. "Eri la mia roccia, il mio appoggio, il mio amore più grande; senza te sarà un viaggio veramente difficile. Spero di esaudire le ultime parole che mi hai detto, devo farmi forza, ci proverò ma niente ha senso senza di te. Non ci meritavamo questo. Ti amerò per sempre", ha aggiunto. Lo riporta La Nazione.

Lucca - il dramma di Debora

Davide e Debora si erano sposati il 22 agosto 2021 dopo un rinvio dovuto dalla pandemia. "Il Covid-19 ha rimandato il nostro matrimonio, ma non i nostri sogni", aveva scritto la donna su Facebook il 10 luglio 2020.

"I medici hanno fatto l'impossibile, ma Debora era troppo compromessa. Ed è volata via - ha invece detto in lacrime la mamma della giovane, Laura Bicchieri -. Ci hanno chiamato e ci hanno detto che la situazione clinica stava peggiorando, così siamo andati di corsa a Cisanello. I medici hanno fatto di tutto, ma mia figlia ha avuto una crisi repiratoria fatale. La primaria ce l'ha messa tutta e lo staff medico ha tentato ogni cosa per salvarla, ma non sono riusciti. L'hanno lasciata andare, perché ormai era compromessa e non era possibile che sopravvivesse. Dovranno farle l'autopsia e non si sa quando ce la ridaranno".

L'esplosione a Lucca

Debora Pierini era all'ottavo mese di gravidanza quando lo scorso 27 ottobre era rimasta gravemente ferita nell'esplosione della palazzina in cui viveva a Lucca, nella frazione di Torre, in via per Camaiore. Era arrivata all'ospedale pisano di Cisanello in condizioni disperate, tanto che i medici avevano deciso di farla partorire con un cesareo per salvare il bambino, che è stato chiamato Dante.

Con la morte della giovane madre sale a tre il numero delle vittime dell'esplosione. Dalle macerie della palazzina, infatti, i soccorritori avevano estratto i corpi senza vita di Luca Franceschi, 69 anni, e della sua compagna Lyudmyla Perets, 44 anni. Altre due persone, due operai edili che stavano transitando nella strada a bordo di un autocarro, erano rimaste ferite.

L'inchiesta

Intanto, sul fronte dell'inchiesta aperta dal pm Antonio Mariotti, sono 37 gli avvisi di garanzia notificati dalla procura di Lucca ad altrettanti indagati. Si tratterebbe di un atto dovuto per permettere a tutti i soggetti potenzialmente coinvolti a qualsiasi titolo nelle indagini di poter nominare dei propri periti per atti d'indagine irripetibili, quali le autopsie sulle vittime, affidate al medico legale Stefano Pierotti, e gli accertamenti che dovrà eseguire sul posto l'ingegner Francesco Marotta, consulente tecnico incaricato dalla procura di ricostruire la dinamica della tragedia.

Nella fase attuale dell'inchiesta sono stati avvisati l'intero Cda attuale e quello precedente di Gesam Reti Spa, l'intero consiglio d'amministrazione attuale e quello precedente di Gesam Gas & Luce e i responsabili tecnici della stessa società del gas; i responsabili amministrativi e tecnici dell'azienda Celfa Srl, compresi alcuni dipendenti che hanno allacciato la rete del metano; gli stessi proprietari delle due abitazioni crollate; i tecnici installatori dell'impianto gpl in un'altra abitazione; il titolare dell'impresa New Ennedi per lavori idraulici e fognari; i responsabili delle certificazioni dei due impianti a gas; il referente di un'associazione che aveva affittato l'abitazione per conto di Franceschi e Perets, la coppia rimasta poi uccisa nell'esplosione. I reati ipotizzati sono esplosione colposa, omicidio colposo plurimo e lesioni personali. (Tgcom24)

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