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Un Natale amaro per i 97 lavoratori di Trasnova, l’azienda di logistica che collabora con Stellantis. La decisione del colosso automobilistico di non rinnovare i contratti con Trasnova, in scadenza al 31 dicembre, ha innescato proteste negli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Mirafiori, Piedimonte San Germano e Melfi. I sindacati denunciano una politica di tagli che rischia di danneggiare l’intero indotto dell’automotive in Italia.

La decisione di Stellantis e le conseguenze sui lavoratori

La comunicazione dei licenziamenti è arrivata ai sindacati direttamente da Trasnova. Tra i 97 esuberi, 54 lavoratori sono impiegati nello stabilimento di Pomigliano d’Arco, dove le proteste hanno bloccato l’accesso alla fabbrica, fermando la produzione. L’azienda giustifica la decisione con la cessazione dei contratti da parte di Stellantis, ma le conseguenze si estendono ben oltre i confini della logistica, toccando il cuore del settore automobilistico italiano.

Sindacati sul piede di guerra

La Fiom-Cgil ha accusato Stellantis di perseguire una politica di redditività finanziaria a discapito dell’indotto. «Trasnova è solo una delle tante aziende della filiera che rischiano di chiudere», denunciano i rappresentanti sindacali Mauro Cristiani e Mario Di Costanzo. I sindacati chiedono un intervento immediato del governo per imporre a Stellantis una revisione delle strategie industriali in Italia, in particolare alla luce delle dimissioni anticipate del CEO Carlos Tavares.

La solidarietà di Giuseppe Conte

Il caso Trasnova è arrivato al centro del dibattito politico. Nei giorni scorsi, Giuseppe Conte ha visitato Pomigliano d’Arco per esprimere vicinanza ai lavoratori e ha esortato il governo a intervenire con tavoli e soluzioni tempestive. Il prossimo vertice al Ministero delle Imprese, fissato per il 10 dicembre, rappresenta un’occasione cruciale per discutere il futuro di Trasnova e dell’intera filiera.

L’appello di Elly Schlein

Anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è scesa in campo, definendo i licenziamenti «inaccettabili». Durante la sua visita a Pomigliano, ha chiesto il blocco immediato delle procedure, sottolineando come la decisione metta in difficoltà 400 famiglie a ridosso delle festività natalizie. Schlein ha chiesto a John Elkann di chiarire il piano industriale di Stellantis davanti al Parlamento e ha invitato il premier Giorgia Meloni a convocare un tavolo nazionale sull’automotive.

Il ruolo di Stellantis nel settore automobilistico italiano

Secondo i sindacati, la decisione di Stellantis non è un caso isolato ma fa parte di una strategia più ampia che rischia di indebolire l’intera filiera. La multinazionale si è detta disponibile a discutere con Trasnova su come supportare l’azienda e i suoi dipendenti, ma per i rappresentanti dei lavoratori e la politica il problema richiede interventi strutturali e una visione strategica per il futuro del settore.

La risposta del governo e il vertice del 10 dicembre

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, presiederà il tavolo di discussione con Stellantis, Trasnova e i sindacati il 10 dicembre. L’obiettivo è trovare una soluzione che tuteli i lavoratori e garantisca un futuro alla logistica e all’indotto automobilistico italiano. Intanto, i lavoratori continuano a presidiare gli stabilimenti, chiedendo risposte concrete.

La vertenza Trasnova rappresenta un banco di prova per il governo e il sistema industriale italiano. Tra proteste, richieste di intervento politico e tensioni crescenti, la partita sul futuro dell’automotive in Italia si gioca su un equilibrio delicato, che non può permettersi passi falsi.

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