Trump, ultimatum a Putin per la pace in Ucraina: colloquio con Witkoff a San Pietroburgo
Inviato speciale Usa incontra il presidente russo: pressing per un cessate il fuoco entro aprile. Trump avverte: “Sanzioni più dure se Mosca non si muove”

Si è svolto a San Pietroburgo un lungo faccia a faccia tra il presidente russo Vladimir Putin e Steve Witkoff, l’inviato speciale del presidente americano Donald Trump. L’incontro, durato oltre quattro ore, rappresenta il terzo viaggio in Russia di Witkoff in meno di due mesi, segnale evidente della crescente pressione diplomatica esercitata dagli Stati Uniti per arrivare a una tregua nel conflitto in Ucraina.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito il colloquio “professionale”, sottolineando il tono diretto ma rispettoso dei due interlocutori. Tuttavia, secondo quanto riferito dal portale Axios, Witkoff avrebbe recapitato un vero e proprio ultimatum a Putin: porre fine ai combattimenti entro la fine di aprile, altrimenti la Russia dovrà affrontare un nuovo pacchetto di sanzioni ancora più severe.
Trump: “Questa guerra non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente”
L’ex presidente degli Stati Uniti, oggi nuovamente in corsa per la Casa Bianca, ha scelto Truth Social per lanciare un messaggio chiaro: “Troppe persone stanno morendo, migliaia a settimana in una guerra terribile e senza senso. Una guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare e che non sarebbe mai iniziata se io fossi stato presidente”.
Le parole di Trump si inseriscono in una strategia di pressione volta a indurre Mosca ad accettare un compromesso, rafforzata dal lavoro diplomatico di Witkoff, che ha avuto il difficile compito di negoziare direttamente con il leader del Cremlino.
Riaperti i negoziati Usa-Ucraina sull’accordo minerario
In parallelo agli sforzi per fermare il conflitto, Washington e Kiev hanno riaperto le trattative su un accordo chiave: quello relativo allo sfruttamento dei minerali strategici. Secondo quanto riportato dal New York Times, una delegazione tecnica ucraina è giunta nella capitale statunitense per un nuovo round di incontri, il primo in presenza dopo la presentazione della proposta americana rivista.
Il dialogo si concentrerà su modalità di estrazione, distribuzione e cooperazione economica, in un contesto in cui la guerra ha reso ancora più urgente l’approvvigionamento di materie prime critiche.
Polemica sul gesto di Witkoff: la rete insorge, Musk lo difende
Non sono mancate le polemiche intorno alla figura di Steve Witkoff. Durante il suo incontro con Vladimir Putin, l’inviato americano si è portato la mano al cuore in segno di saluto, un gesto che sui social è stato interpretato come eccessivamente deferente nei confronti del presidente russo.
Molti utenti lo hanno accusato di una vicinanza ideologica al Cremlino, alimentando un dibattito già acceso dalle sue precedenti dichiarazioni, considerate da alcuni troppo concilianti. A difenderlo, però, è intervenuto Elon Musk, che su X ha scritto: “Witkoff è un grande”, prendendo le distanze dalle critiche online.
La risposta di Mosca: “Abbattuti 36 droni ucraini in una notte”
Nel frattempo, il Ministero della Difesa russo ha comunicato di aver abbattuto 36 droni ucraini in cinque regioni del paese. Le intercettazioni sono avvenute principalmente nelle aree di Kursk (18 droni), Rostov (13 droni), Orël, Belgorod e Krasnodar. Il dato, riportato dall’agenzia russa Tass, evidenzia un’intensificazione delle operazioni militari anche sul fronte interno della Federazione Russa.
Conclusione: il futuro della guerra si gioca ad aprile
Il mese di aprile si presenta come un crocevia decisivo per il futuro della guerra in Ucraina. L’ultimatum degli Stati Uniti, la riapertura dei negoziati con Kiev e le pressioni internazionali sul Cremlino potrebbero accelerare il raggiungimento di una tregua. Ma resta da vedere se Vladimir Putin cederà di fronte alla minaccia di nuove sanzioni o se proseguirà lungo la linea dura.