Sono tornati a casa i 56 italiani che hanno lasciato Wuhan a causa del coronavirus
L'aereo, un Boeing KC767A del q4esimo stormo dell'Aeronautica Militare con i nostri connazionali a bordo è atterrato intorno alle 10 di questa mattina all'aeroporto militare di Pratica di Mare.
Gli italiani, dopo i controlli medici sul posto, saranno portati al campus olimpico della Cecchignola dove verranno sottoposti ad un periodo di quarantena per due settimane, il tempo massimo di incubazione del virus.
UN ITALIANO RIMASTO A WUHAN
Non è potuto salire sull'aereo diretto a Roma uno degli italiani che si trova a Wuhan perché aveva la febbre.
I protocolli sanitari internazionali vietano di salire a bordo a chi mostra sintomi che potrebbero essere riconducibili al coronavirus, per la tutela degli altri passeggeri.
Il connazionale, assicurano le fonti, è seguito attentamente da personale medico, dell'ambasciata e del ministero degli Esteri cinese.
L'Unità di crisi della Farnesina è in stretto contatto con la famiglia.
BORSE KO
Intanto le Borse cinesi sono crollate alla prova dei mercati dopo la lunga pausa del Capodanno lunare, quando la corsa dell'epidemia è ancora sostenuta.
Shanghai ha perso in avvio l'8,7% e Shenzhen il 9%, mentre, sui mercati valutari, lo yuan ha sfondato quota 7 sul dollaro, fino a 7,0049 (+0,99%), malgrado la protezione predisposta dalla Banca centrale cinese (Pboc).
361 MORTI IN TOTALE, PIU' DELLA SARS
La Cina ha registrato 57 nuovi decessi nel conteggio della sola giornata di ieri, portando il totale a quota 361: gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) hanno inoltre segnalato 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi.
Mentre i casi sospetti sono cresciuti a 21.558 e le guarigioni a quota 475.
I 361 morti, annunciati oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), hanno superato i decessi della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 ne fece 349, secondo i numeri ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars.
Inoltre nel primo giorno utile di ritorno al lavoro, sono almeno 24 le province e municipalità cinesi che invece hanno rinviato la ripresa delle attività economiche e produttive a non prima del 10 febbraio per i timori di contagio.
L'Hubei, cuore dell'epidemia, non ripartirà prima del 14 febbraio, sempre che non si richieda una «appropriata estensione» del periodo di ferie.
"URGENTE BISOGNO DI MATERIALE MEDICO"
La Cina «necessita urgentemente» di materiale protettivo e di equipaggiamenti medici con l'epidemia del nuovo coronavirus di Wuhan che continua a tenere un passo sostenuto.
(Leggo)