Maurizio Cerrato
Maurizio Cerrato ucciso per un parcheggio

Questa mattina, 3 giugno, presso il Tribunale di Napoli, è iniziato il processo d'appello per l'omicidio di Maurizio Cerrato, avvenuto il 19 aprile 2021 a Torre Annunziata

In primo grado, i quattro imputati sono stati condannati a 23 anni di carcere per omicidio volontario, una pena considerata inadeguata dalla famiglia Cerrato, che si aspettava una condanna all'ergastolo.

La Dinamica dell'Omicidio

Maurizio Cerrato, 61 anni, fu ucciso dopo una lite scaturita per un parcheggio. Il 19 aprile 2021, la figlia di Cerrato, Maria Adriana, parcheggiò l'auto in un posto abusivamente occupato con una sedia. Dopo aver scoperto che qualcuno le aveva tranciato uno pneumatico, Maria Adriana avvisò il padre. Insieme, individuarono in Giorgio Scaramella il responsabile.

Secondo le testimonianze e le indagini, Scaramella aggredì Cerrato, mentre sua sorella attaccava Maria Adriana. Cerrato riuscì a difendersi e a rendere inoffensivo Scaramella, ma quest'ultimo chiamò in aiuto Domenico Scaramella e Antonio e Francesco Cirillo. Arrivati sul posto, uno dei tre sferrò una coltellata fatale a Cerrato.

Le Dichiarazioni della Famiglia

"La difesa ha chiesto l'assoluzione, come se la morte di mio marito non valesse nulla," ha dichiarato Tania Sorrentino, vedova di Maurizio Cerrato. "È un'ingiustizia che ancora non riusciamo a comprendere. Dopo tre anni, non possiamo accettare che Maurizio sia stato ucciso per un parcheggio e una ruota forata."

Maria Adriana Cerrato, figlia della vittima, ha aggiunto: "Il medico legale ha stabilito che la violenza del colpo non poteva essere compatibile con l'intenzione di ferire. Io confido ancora che il giudice possa dar loro l'ergastolo. Tornare a processo è come rivivere le stesse scene all'infinito. Ma non permetterò a nessuno di togliere anche a me la vita."

Le Questioni Legali

In primo grado, Giorgio Scaramella è stato condannato per concorso anomalo poiché l'arma del delitto è stata portata dagli altri tre in un secondo momento. Gli è stata riconosciuta l'aggravante dei futili motivi, cosa che non è stato possibile dimostrare per gli altri tre imputati, che però sono stati riconosciuti come esecutori materiali del delitto.

"Vogliamo giustizia, non vendetta," continua a ripetere Tania Sorrentino. "Il ricordo di Maurizio ci dà la forza di andare avanti, ma non possiamo accettare che la sua morte sia considerata meno di ciò che è veramente: un omicidio brutale."

Attesa per la Sentenza

La sentenza dell'appello è attesa entro luglio. La famiglia Cerrato spera che questa volta la giustizia possa prevalere, riconoscendo pienamente la gravità del crimine commesso. 

"Il ricordo di mio padre mi aiuta a superare le difficoltà," conclude Maria Adriana. "Voglio solo che la sua morte abbia un senso e che la giustizia venga finalmente fatta."

L'omicidio di Maurizio Cerrato ha sconvolto l'intera comunità di Torre Annunziata, lasciando un vuoto incolmabile nella vita dei suoi cari. Mentre il processo d'appello continua, la famiglia Cerrato e la comunità sperano che la verità e la giustizia possano emergere, ponendo fine a questa tragica vicenda con un senso di giustizia e rispetto per la memoria di Maurizio.

 

 

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