Il neonato abbandonato nella culla termica a Bari «era vivo»
Il piccolo Angelo è morto per il freddo: a rivelarlo è la perizia irripetibile, commissionata dalla Procura, sulle tracce di liquido trovato sul tappetino e su alcuni frammenti di cuore e cervello

Il piccolo Angelo, il neonato trovato morto il 2 gennaio 2025 nella culla termica installata presso la parrocchia di San Giovanni Battista a Poggiofranco, Bari, era ancora vivo quando è stato abbandonato. La conferma straziantearriva da una perizia irripetibile commissionata dalla Procura, che cambia il volto di una tragedia che aveva già sconvolto l’intera comunità pugliese.
La perizia: il neonato ha urinato, il cuore e il cervello confermano
Secondo quanto riportato da Il Quotidiano di Puglia, gli esami sul liquido ritrovato nel tappetino della culla e sui frammenti di cuore e cervello del piccolo confermano che il bambino era vivo al momento dell’abbandono. Quel liquido era urina, segno inequivocabile dell’attività metabolica del neonato.
Gli esami autoptici hanno poi confermato la morte per ipotermia, avvenuta poche ore dopo che Angelo era stato lasciato nella culla. La struttura, installata nel 2014 per accogliere neonati in condizioni di emergenza, avrebbe dovuto garantire una temperatura costante, ma qualcosa sembra non aver funzionato come previsto.
Due inchieste aperte: abbandono di minore e omicidio colposo
La Procura di Bari ha aperto due fascicoli di indagine. Il primo, al momento contro ignoti, ipotizza il reato di abbandono di minore con conseguente morte. Il secondo, con l’accusa di omicidio colposo, coinvolge due indagati: il parroco don Antonio, che nel 2014 fece installare la culla termica, e il tecnico Vincenzo Nanocchio, responsabile della manutenzione, che solo pochi giorni prima della tragedia era stato chiamato per un intervento straordinario sul dispositivo.
Entrambi sono al centro delle verifiche sulle condizioni della culla e sul corretto funzionamento dei dispositivi di allarme e riscaldamento.
Dolore e rabbia: «Ti chiameremo Angelo»
I funerali del piccolo si sono svolti in un clima di profondo dolore e sconcerto. La piccola bara bianca è diventata simbolo di un dramma che ha toccato l’intero Paese. «Perdonaci perché non c’eravamo. Ti chiameremo Angelo», hanno detto durante l’omelia.
L'evento ha riacceso il dibattito sull’efficienza delle culle per la vita, strumenti pensati per salvare neonati abbandonati ma che, in questo caso, non sono riusciti a compiere il loro scopo. Ora, la comunità attende risposte, mentre la giustizia fa il suo corso.