Larimar Annaloro, la mamma: «So chi ha ucciso mia figlia»
La Procura dei Minori di Caltanissetta ha disposto il sequestro del telefono cellulare ad alcuni ragazzini, tutti minorenni, tra compagni e amici
Larimar Annaloro, 15 anni, è stata trovata morta in circostanze definite “anomale” nella sua casa di Piazza Armerina, in provincia di Enna. Quella che inizialmente era stata classificata come un possibile suicidio sta ora assumendo contorni più oscuri, spingendo la Procura dei Minori di Caltanissetta ad aprire un'indagine per istigazione al suicidio.
Secondo quanto dichiarato dalla madre, Johary Annaloro, la giovane non si sarebbe tolta la vita spontaneamente: «È stata uccisa e so chi è stato», ha affermato con decisione. Durante un’intervista a Mattino 4, la madre ha spiegato di aver fornito nomi e cognomi alle autorità, rivelando sospetti precisi su persone vicine alla figlia, tra cui amici e compagni di scuola.
Le dichiarazioni della madre: “Me l’hanno uccisa”
Johary Annaloro non si dà pace e descrive le modalità della morte della figlia come incompatibili con un gesto autoinflitto. «È impossibile che una ragazza di 15 anni usi un metodo così violento per suicidarsi. Il modo in cui è stata trovata lo dimostra», ha dichiarato la donna, aggiungendo che Larimar era stata minacciata di morte proprio il giorno del decesso, mentre si trovava a scuola.
La madre ha anche evidenziato dettagli preoccupanti relativi alla scena del ritrovamento. «La sua stanza era completamente a soqquadro, con tutto l’intimo sparso per terra. Ci siamo trasferiti in questa casa da poco e non avevamo ancora sistemato il perimetro del giardino, lasciando dei punti vulnerabili nella rete. Qualcuno potrebbe essere entrato approfittando della nostra assenza».
Sequestrati i telefoni: il ruolo dei coetanei sotto esame
La Procura dei Minori di Caltanissetta ha sequestrato i telefoni cellulari di alcuni amici e compagni di scuola di Larimar. Gli investigatori stanno analizzando i dispositivi alla ricerca di prove utili, mentre emergono sospetti su possibili episodi di bullismo o diffusione di materiale compromettente.
Alcuni coetanei avrebbero riferito che un video intimo della giovane potrebbe essere stato diffuso da un ragazzo del gruppo. La circolazione di tale video, se confermata, potrebbe rappresentare un atto di cyberbullismo che avrebbe avuto gravi ripercussioni psicologiche sulla studentessa.
Indagini in corso: un caso complesso e delicato
L’ipotesi principale degli inquirenti resta quella dell’istigazione al suicidio, ma il quadro investigativo rimane aperto. Le dichiarazioni della madre, unite agli elementi raccolti, come la stanza a soqquadro e le presunte minacce ricevute da Larimar, sollevano interrogativi sull'eventuale coinvolgimento di terzi in questa tragedia.
Johary Annaloro continua a collaborare con le autorità, determinata a ottenere giustizia per sua figlia. «Non posso dire di più su chi siano i responsabili, ma confido che le indagini porteranno alla verità. Larimar non meritava questo, era una ragazza dolce e solare».
Un grido di allarme contro il bullismo e la violenza sui giovani
Il caso di Larimar Annaloro è un drammatico monito su quanto i fenomeni di bullismo, minacce e violenza, anche online, possano distruggere vite giovanili. Le indagini proseguono nel tentativo di fare chiarezza, mentre la comunità di Piazza Armerina è sconvolta per la perdita della giovane.
Larimar, ricordata da tutti come una ragazza piena di vita e di sogni, diventa il simbolo della necessità di proteggere i più vulnerabili da dinamiche di esclusione e violenza, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.