Prodi contro il modello Albania: "Meglio un centro in Calabria"
L'ex premier critica l'accordo con Tirana e propone una soluzione italiana. La destra replica duramente: "La sinistra sfrutta l'immigrazione per lucrare"
Romano Prodi torna a far sentire la sua voce sul tema dell'immigrazione, criticando il modello Albania adottato dal governo Meloni. Intervenendo su Tv2000, il padre dell’Ulivo ha proposto un’alternativa italiana: creare un centro di accoglienza in Calabria, piuttosto che affidarsi a un Paese terzo.
Secondo Prodi, l'accordo con Tirana non ha alcun senso dal punto di vista economico e logistico, rappresentando un'operazione di pura propaganda. Le sue parole hanno scatenato l'ira della maggioranza, che accusa la sinistra di sfruttare il fenomeno migratorio per interessi economici.
Prodi: "Un centro profughi in Calabria avrebbe avuto più senso"
Romano Prodi, rispondendo a una domanda di Antonio Di Bella, ha bocciato l’accordo con l'Albania, ritenendolo inefficace e costoso. "Lo stesso campo non si poteva fare in Calabria? Così, tra l’altro, si dava lavoro a delle persone che ne avevano bisogno?" ha dichiarato l’ex premier, sottolineando i costi elevati e le criticità dell’intesa con Tirana. Secondo Prodi, il modello Albania presenta troppi punti deboli: "Si spende di più. Ci sono traffici internazionali. Si fanno costruzioni, che poi resteranno lì. Ci sono costi di trasferta."
Un accordo inutile e dispendioso
Nella sua analisi, l'ex premier evidenzia come l’accordo tra Roma e Tirana non sia né economicamente vantaggioso né logisticamente efficace. La costruzione di nuove strutture in Albania, secondo Prodi, comporterà costi aggiuntivi e problemi nella gestione dei trasferimenti. Per questo motivo, l’ex premier considera l’operazione una semplice manovra propagandistica del governo Meloni, più che una vera soluzione alla crisi migratoria.
Il modello Calabria e le critiche della destra
La proposta di Prodi di realizzare un centro di accoglienza in Calabria ha sollevato diverse polemiche. Secondo alcuni esponenti della maggioranza, l’idea di destinare la regione del Sud a un nuovo hub migratorio riflette un atteggiamento strumentale della sinistra, che nel tempo non ha saputo gestire il fenomeno in modo efficace.
Il caso Isola Capo Rizzuto: le ombre sulle gestioni passate
Tra le critiche avanzate nei confronti del modello Calabria c’è il precedente del campo profughi di Isola Capo Rizzuto, già in passato al centro di scandali legati all’infiltrazione della criminalità organizzata. L’operazione Jonny della Guardia di Finanza del 2017 ha rivelato che parte dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti finiva nelle mani della ’ndrangheta, con un giro d’affari superiore ai 36 milioni di euro. Un episodio che, secondo i detrattori della proposta di Prodi, dimostra come il sistema di gestione in Italia presenti falle strutturali che potrebbero ripetersi.
L'ira della maggioranza: "La sinistra lucra sull’immigrazione"
Le parole di Prodi hanno scatenato una dura reazione nella destra. La senatrice leghista Tilde Minasi ha accusato il centrosinistra di aver sempre visto l’immigrazione come un'opportunità economica: "Prodi conferma quello che le numerose inchieste della magistratura hanno dimostrato fino ad ora, ovvero il fatto che proprio quella sinistra vede nell’immigrazione irregolare una fonte di reddito e la sfrutta per lucrare."
La Calabria non è "il campo profughi d’Europa"
Anche la sottosegretaria Wanda Ferro ha contestato l’idea dell’ex premier, definendola offensiva per la regione: "Veniamo considerati come una sorta di terra di nessuno, che può essere serenamente trasformata nel campo profughi d’Europa. È questo, d’altronde, l’obiettivo del Partito Democratico." Parole dure, a cui si aggiunge la reazione dell’europarlamentare di Fdi-Ecr Denis Nesci, che chiede scuse pubbliche: "Un’affermazione del genere da parte di un ex premier non è solo inadeguata, ma gravemente irrispettosa. È stata offesa la nostra dignità."
Il ritorno di Romano Prodi nel dibattito politico ha riacceso le tensioni tra maggioranza e opposizione sul tema dell’immigrazione. Mentre il governo Meloni difende il modello Albania come soluzione efficace per il controllo dei flussi migratori, l’ex premier propone un’alternativa nazionale che trova però forti opposizioni. La polemica è destinata a proseguire, alimentando il dibattito sul futuro delle politiche migratorie in Italia.