Dramma ad Arlate, bimbo di 11 mesi muore: "Gesù prenderà Nicolò tra le sue braccia"
ARLATE. Il piccolo sottoposto a un delicato intervento al cuore non ce l’ha fatta, ieri i funerali. Il parroco: «Solo a luglio avevo celebrato il battesimo, mai avrei pensato di doverlo salutare»
Se ne è andato a nemmeno un anno di vita Nicolò Zappa, i cui funerali si sono svolti questa mattina nella chiesa dei santi Gottardo e Colombano di Arlate di Calco.
A dirgli addio, la mamma Raffaella e il papà Marco, originari rispettivamente di Brivio e di Merate, che nulla hanno potuto contro il destino crudele che ha voluto strappare loro quel figlio tanto amato.
"Gesù prenderà Nicolò tra le sue braccia"
Ha affermato il sacerdote, cercando di infondere speranza, nonostante il dolore tremendo per una morte così ingiusta
L'ultimo saluto a Nicolò Zappa
«Qualche settimana fa - ha raccontato don Dionigi Consonni, a cui è toccato il triste compito di celebrare le esequie - Nicolò era stato sottoposto a un intervento al cuore. Pareva che si stesse riprendendo. Poi, invece, le cose sono andate diversamente e martedì purtroppo, quando era ricoverato in ospedale, se ne è andato».
A nulla, dunque, sono valsi i tentativi dei medici di allungargli la vita e di regalargli ancora qualche anno insieme ai genitori che lo avevano accolto verso la fine dello scorso anno nella loro famiglie, che da tre era passata ad avere quattro membri.
I messaggi di cordoglio
Al termine della messa, sono stati letti alcuni messaggi di condoglianze per la famiglia. Commovente quello di un’amica della sorella di Nicolò, che frequenta la classe secondaria, e ha avuto parole di conforto per la bimba. Ma è stato quello della zia che ha toccato il cuore di tutti i presenti e che ha parlato del dolore di Nicolò e di quello che, nonostante l’età, ha saputo insegnare a chi ha avuto la fortuna di stargli vicino nei pochi mesi di vita.
Ha provato di tutto
«In poco tempo - ha detto - Nicolò ha provato tutto, dal bello al brutto, dalla leggerezza al dolore. In lui, però, c’è sempre rimasto il sorriso splendente che illuminava tutto e tutti».
Un sorriso che «scaldava chiunque lo vedesse» e che «riempiva d’amore e calore chiunque».
Nicolò, ha poi concluso, aveva «una voglia di vivere immensa», che «nemmeno le medicine riuscivano a sedare: un piccolo ometto che insegnava a unire». (LaprovinciadiLecco)
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